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La Juventus di Pirlo riparte dal centrocampo. Napoli, Osimhen stravolge la partita

Cristiano Ronaldo e Leonardo Bonucci, Juventus - Foto Antonio Fraioli

E’ presto per poter sentenziare, ma Juventus e Napoli sembrano aver trovato già da subito ciò che è mancato l’anno scorso: rispettivamente il gioco del centrocampo e una punta in grado di riempire l’area e dare profondità, rispettivamente contro Sampdoria e Parma. Pari e patta tra Sassuolo e Cagliari, mentre è stato un incubo l’esordio del Crotone a Marassi contro il Genoa.

La Vecchia Signora trova, come quasi sempre fa in campionato, il risultato. Ci sono tuttavia anche dei passi davanti, soprattutto per quanto riguarda il gioco in mezzo al campo. Qui è eccellente Weston McKennie, che rispetta alla lettera il piano gara: tanto lavoro sporco e anche una discreta tecnica di base. Dejan Kulusevski fa le veci di Dybala, e forse anche di più: un ragazzo con questa personalità sembra giochi da sempre con questa maglia. Colpi da vendere, ampi margini di miglioramento sullo sfondo, ma anche tanta voglia di sacrificarsi e gettarsi nella mischia in mezzo al campo. Promosso Aaron Ramsey: trequartista nel 3-4-1-2, ci dà dentro con gli inserimenti e sembra aver ritrovato il vigore dei tempo dell’Arsenal. La Juventus dietro non soffre, ai posteri capire se il merito sia attribuibile alla presenza di Chiellini o alla poca ambizione della Sampdoria: il capitano non fa mai passare nessuno e, seppur non al 100%, sfoggia una prestazione che pochi avrebbero pronosticato.

Al Tardini Victor Osimhen ha avuto un impatto devastante, sgusciando attraverso la retroguardia dei crociati con alcune progressioni in campo aperto: l’ex Lille pone Gattuso subito dinanzi a una decisione, ossia quella inerente a una sua possibile titolarità fissa. La retroguardia, composta da un Koulibaly sempre più in bilico e Manolas ha retto egregiamente, mentre davanti Lozano si è dimostrato decisamente più pimpante rispetto all’anno scorso. Insufficiente invece la banda di Liverani, mai in grado di impensierire la retroguardia partenopea. Qualche guizzo del finale, ma sicuramente Krause si aspetta qualcosa di meglio dalla sua squadra. 

Al Mapei Stadium la posta è stata divisa, tutto sommato giustamente: ai punti avrebbero forse meritato gli uomini di De Zerbi, che hanno tuttavia quasi sempre trovato le pistole inceppate dinanzi a Cragno. I neroverdi sanno giocare, ma tendono a specchiarsi troppo, fino al momento in cui vengono puniti: arriva così il colpo di testa di Simeone su un delicato cross di Joao Pedro. La beffa sembrava già apparecchiata quando Bourabia decide di sparecchiare tutto su punizione. E’ senz’altro mancato Boga ai padroni di casa, ossia colui capace di spaccare la retroguardia avversaria: sarà stato contento della sua assenza l’ex Di Francesco, che torna a casa con un punto che sa più di bicchiere mezzo pieno che mezzo vuoto.

Infine a Marassi il nuovo Genoa targato Maran è tracimante contro la neopromossa Crotone. Il Grifone va subito sul 2-0 dopo appena 10 minuti, sfruttando le ingenuità difensive degli avversari. Poi è lo stesso tecnico ad azzeccare i cambi, ossia quelli di Zappacosta e Pjaca. I calabresi tornano a casa con la testa bassa, con la consapevolezza che una difesa del genere non può ballare così tanto se vuole conquistare la salvezza: rimandati Golemic, Marrone e Magallan.

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