Il Bayern Monaco è campione d’Europa: battuto 1-0 in finale di Champions League un Paris Saint-Germain incapace di sfruttare le tante occasioni avute, soprattutto nel primo tempo. Decide la rete di Kingsley Coman al minuto ’60. Nell’edizione più anormale e straordinaria della storia della Champions League il risultato finale è quello più normale e ordinario. Ha vinto la squadra che ha vinto tutte le partite, ha vinto la squadra più forte del mondo.
Dai primi palloni, in quel di Lisbona parrebbe cominciare meglio il Paris Saint-Germain: la prima chance capita sui piedi dell’altra stellina dei parigini, Neymar. Il brasiliano arriva davanti a Neuer ma viene fermato proprio dal muro tedesco nella sua corsa verso la rete. Il Bayern Monaco reagisce immediatamente, e va vicino al vantaggio. Lewandowski si inventa un’occasione quasi dal nulla, girandosi in un fazzoletto da spalle alla porta e venendo fermato solamente dal palo. Seconda parte di primo tempo in cui la contesa sembra decelerare, finché non si arriva nei paraggi del recupero. Lì due situazioni pericolosissime nell’arco di pochi istanti. Mbappé prima grazia Neuer, e Alaba, autore di un errore piuttosto marchiano, con un tiro lento e centrale.
La ripresa pare cominciare sulla falsariga del primo tempo, con le due squadre inizialmente un po’ titubanti, e più desiderose di studiarsi rispetto ad un affondo immediato. Serve un episodio, e questo arriva poco prima del minuto 60: azione sulla destra con Gnabry e Kimmich che dialogano, cross di quest’ultimo al bacio sul secondo palo, dove sbuca Coman tutto solo che sigla un facile gol di testa. Potrebbe pure raddoppiare qualche istante più tardi, ma sulla strada tra lui e la doppietta trova un Thiago Silva stoico a salvare sulla linea di porta.
Da lì sembra iniziare un’altra partita: Tuchel si gioca quasi subito la carta Verratti, e poco dopo butta dentro anche Draxler al posto di Herrera. Le cose, però, non cambiano granché: i parigini accusano fortemente il gol subito, e forse anche la mancanza di esperienza a certi livelli di molte sue individualità, a differenza di quelle dei bavaresi. E se Icardi rimane in panchina per 90′ più recupero, con Choupo-Moting che gli viene preferito al posto di Di Maria. Una sola grande occasione per i parigini, quasi subito dopo lo svantaggio: fondamentale però Neuer che fa muro. Il tabellone luminoso del recupero segna 5 minuti, lasciando al PSG speranze residue per completare la rimonta. L’occasione arriva sul piede di Choupo-Moting che, trovato da Neymar, però manca l’aggancio. Non c’è più tempo: sesta Champions League per il Bayern Monaco, che suggella la stagione con un Triplete.
Alla fine dei conti i parigini hanno perso solo di un gol contro una squadra che di solito ne fa quattro: si parla sempre e comunque di un progetto in crescita. Tuchel è un allenatore preparato e le scelte degli ultimi mercati dimostrano la volontà di puntare non più a figurine ma a giocatori magari non scintillanti ma funzionali al progetto: lo vedremo di nuovo a questi livelli. Bisogna dire che Mbappé e Di Maria hanno sulla coscienza due occasioni enormi. Nel Bayern meriterebbero tutti 110 e lode con menzione d’onore. Bacio accademico a due uomini in particolare: Alphonso Davies in 90 minuti ha dimostrato che un terzino moderno non solo può arare la fascia offensiva ma può anche essere eccellente in fase difensiva; il capitano Manuel Neuer invece è tornato quello che ricordavamo fosse, il portiere più forte del mondo.