In Evidenza

Novak Djokovic torna a parlare di vaccini: “L’obbligo è inaccettabile”

Novak Djokovic - Foto Roberto Dell'Olivo

“Vaccini? Non sono contrario in senso assoluto, come molti hanno scritto. Chi sono io per parlarne quando ci sono medici che ci lavorano da anni? Sono sicuro che ce ne sono con scarsi effetti collaterali che hanno aiutato a contenere la diffusione di malattie infettive. Solo non voglio che ci sia qualcuno che mi obblighi a mettere qualcosa nel mio corpo. Questo lo trovo inaccettabile. Novak Djokovic torna a parlare di vaccini dopo la bufera per una sua dichiarazione di aprile sulla prospettiva di un obbligo vaccinale per tornare a giocare in tempo di coronavirus. Nel corso di un’intervista al New York Times, il numero 1 del mondo ha parlato della situazione a Flushing Meadows, della bolla in cui i giocatori affronteranno il Western&Southern Open e lo US Open: “So che la Usta ha fatto del suo meglio, ma non è facile stare in albergo in una camera piccola e non poter aprire le finestre“. E sull’Adria Tour: “Se ne avessi l’occasione, lo rifarei un’altra volta“. Anche se nel corso del torneo, sono emerse alcune positività, tra cui quelle di Grigor Dimitrov, lo stesso Djokovic e sua moglie: “Avevamo buone intenzioni – ha assicurato – Certo, avremmo potuto fare diversamente alcune cose, condivido ad esempio che avremmo potuto gestire in un altro modo la questione della serata in discoteca. Gli sponsor hanno organizzato la cosa, hanno invitato i giocatori, ci siamo sentiti a nostro agio. Devo essere additato a vita per aver fatto un errore? Se è così, lo accetterò, ma ditemi voi se è una cosa giusta”.

 

SportFace