Arrigo Sacchi ha commentato sulle pagine de La Gazzetta dello Sport l’attuale situazione della Juventus. “È stato esonerato Sarri: aveva accettato una ‘mission impossible’. Sperava nella pazienza e collaborazione del club, ma i dirigenti juventini come sempre hanno creduto in valori diversi. Il motto della casa è: conta soltanto vincere. Così si trascurano fattori come il merito, la bellezza, le emozioni, lo spettacolo, l’armonia, la cultura e l’evoluzione” ha scritto Sacchi. “Maurizio Sarri ha ereditato un team saturo e logorato da otto scudetti di fila e con l’età sempre più avanzata” ha proseguito, “un gruppo con molti individualisti poco disposti a correre e lottare per i compagni. È stato utopistico pensare che Sarri potesse dare armonia e amalgama a una squadra anziana, poco abituata a essere un collettivo di 11 giocatori che praticano sia la fase difensiva sia quella offensiva, polivalenti, uniti da un feeling invisibile che fa riferimento al gioco“.
“In Europa si domina generalmente con il collettivo, con un calcio offensivo” ha aggiunto Sacchi. “nel campionato italiano si vince generalmente con un calcio difensivo e individualistico“. In conclusione, Sacchi ha commentato la decisione del patron bianconero: “Andrea Agnelli, grande dirigente, con l’assunzione di Sarri aveva dato uno strappo con il passato: ha tentato di avvicinarsi al futuro, purtroppo non ha avuto pazienza“.