Greta Cicolari dovrà essere risarcita dalla FIPAV con una somma di €208.500 per danni di immagine ed economici conseguenti ad un’illegittima squalifica da parte della federazione pallavolistica. Questa è la decisione del TAR del Lazio rispetto al ricorso della beacher bergamasca, squalificata per 13 mesi a causa di un’ipotizzata aggressione verbale.
La Cicolari, dopo l’Olimpiade di Londra del 2012, dal luglio del 2013 non era più stata convocata in nazionale dal commissario tecnico Lissandro Carvalho, di origini brasiliane, senza spiegazioni ufficiali. Nel novembre del 2013 arrivò da parte della FIPAV una squalifica di 6 mesi per aggressione verbale e tramite social network della Cicolari nei confronti del CT (sarebbe stato definito “caprone nero”), ai quali sono stati poi aggiunti ulteriori 7 mesi a partire dal marzo 2014, per aver definito la FIPAV “qualcosa di molto simile alla mafia”.
Grazie al ricorso al TAR, la Cicolari ha potuto riprendere a giocare ed ora è in piena attività con la compagna di squadra Michela Moioli, con un occhio a Rio. Per il carattere indiziario delle motivazioni riportate dalla FIPAV e per la mancata audizione al processo sportivo dell’unica testimone dello scontro verbale, “il TAR ha stabilito che il mio processo è stato condotto contro le regole di diritto e che non sussistavano i fatti. Come detto, la mia squalifica è stata sproporzionata ed ha arrecato un grave danno alla mia carriera“, ha dichiarato la Cicolari.