A Livigno sta sbocciando la stagione di Yeman Crippa. Circa 600 km nelle gambe in quattro settimane, macinati sulla pista in altura ai 1816 metri ma anche tra i sentieri e le ciclabili della perla alpina, per non rassegnarsi a un 2020 senza Olimpiadi ed Europei, bensì ricco di nuovi bersagli da infilzare e confini da spostare: “Ad aprile ero un po’ demoralizzato per i rinvii, adesso sono super motivato. E prontissimo a gareggiare”, annuncia il primatista italiano dei 10.000, ottavo al mondo a Doha.
Per il mezzofondista azzurro delle Fiamme Oro, 23 anni, doppio bronzo d’Europa (nei 10.000 a Berlino 2018 e nel cross a Lisbona 2019) sono gli ultimi giorni di stage in altura: “Non pensavo sarei stato così bene – racconta – qui a Livigno c’è tutto quello che serve per allenarsi al meglio, ma anche per staccare la spina, distrarsi, fare un giro. C’è vita. Colazione dalle 7.45, in pista o sui sentieri dalle 10.30 per un paio d’ore, quindi il pranzo, massaggi, un po’ di riposo, e di nuovo alle 17.30 di corsa per la seconda seduta d’allenamento giornaliera. Abbiamo doppiato quasi sempre”.
Martedì il debutto a Cles: “Lo considero un primo test perché in pista non gareggiamo da tanto, quindi mi serve per prendere riferimenti nei 1500 metri, puntando magari a un 3:40 o qualcosa in meno. Poi però punterò al personale il 5 agosto a Rovereto: per prima cosa devo aggiornare il 3:37.81 dell’anno scorso a Rabat”. Gli allenamenti cronometrati nei 600, negli 800 e nei 1200 a Mezzolombardo (Trento), in giugno, prima di salire in altura, promettono bene: “Ho corso intorno a 1:48.6 gli ottocento – fa sapere Crippa – considerato che il ‘mio’ è 1:50.16 è un bell’andare. In quarantena ho lavorato di più sulla parte veloce, ma non mi aspettavo di riuscire a correre così forte, perché in effetti anche noi siamo rimasti fermi per qualche tempo”.
La rincorsa alle medaglie ripartirà a fine anno: nell’agenda di Crippa, sperando che la situazione internazionale lo consenta, c’è il cross e un altro podio da conquistare dopo il bronzo del 2019 in Portogallo. Dublino, stavolta: “Di solito i percorsi irlandesi sono duri, pesanti, probabilmente non adatti alle mie caratteristiche – sottolinea – ma non è detto: quando gareggio, ormai, penso sempre alle medaglie. Per prepararmi, e soprattutto in ottica Tokyo, mi piacerebbe tornare in Kenya alla fine di ottobre e poi rientrare qualche giorno prima degli Eurocross del 13 dicembre. Senza pianificare, lo so bene, non si va da nessuna parte. Io ho la fortuna di avere compagni che mi mettono sempre di buon umore, un allenatore con cui mi trovo alla grande, il supporto federale e della mia società, quindi ho tutte le carte in regola per non perdere tempo e correre forte quest’anno. E soprattutto il prossimo”.