L’atletica italiana torna a far parlare di sé dopo la pandemia di Covid-19 ed esulta grazie al 6,80 di Larissa Iapichino, al duello-sprint tra Tortu e Jacobs nei 100, ai lanci di Fabbri e tutte le prestazioni azzurre. Il direttore tecnico Antonio La Torre si è detto molto soddisfatto della ripartenza: “Tutto ciò non è casuale ma è il frutto di un lavoro continuo e insistente, che non si è mai fermato nonostante il periodo delicato. Ogni atleta ha trovato dentro di sé i motivi per non rassegnarsi al Covid ma anzi sfidarlo, spostare più in là il confine e uscire da questo drammatico cono d’ombra. È un’Italia dell’atletica che definirei viva e caparbia, spumeggiante e ostinata – ha proseguito il DT azzurro- Questi risultati danno euforia a tutto l’ambiente, ma attenzione, non dobbiamo montarci la testa e anzi dobbiamo restare con i piedi per terra e consolidare questi segnali positivi”. In merito al risultato di Larissa Iachipino ha commentato: “Intanto non pensare che se alla prossima gara salterà 6,60 avrà fatto ‘soltanto’ 6,60, che è sempre misura eccellente. Bisogna lasciare che questa maturazione, così violenta, segua il suo percorso naturale. Non dobbiamo rompere l’equilibrio di questa ragazza. Lasciamo che le cose arrivino. La novità, certamente, è che Larissa è entrata tra le rockstar dell’atletica italiana, in prima fila. Le premesse ci sono tutte per aspettarci un’atleta di dimensione internazionale che possa farci divertire per molti anni. Ha beneficiato del rinvio dei Giochi ed è stata intelligente ad aver approfittato del lockdown, con il suo bravo tecnico Gianni Cecconi, per affrontare questo percorso di maturazione fisica e tecnica che si era già intravisto in inverno: più potenza, ma da gestire. Il nuovo salto con due passi e mezzo in volo, come le grandi specialiste, è un incastro di delicatissimi meccanismi di coordinazione, ritmica, tempi di applicazione dello stacco e velocità di entrata. Lei è riuscita in questo compromesso difficile quasi senza accorgersene, pensando pure di aver sbagliato gara”.
Per quanto riguarda, invece Tortu e Jacobs ha aggiunto: “Quanto guadagnano da questa rivalità? Molto. In primis loro, ma anche tutta l’atletica e lo sport italiano. Loro sono grandi amici ma in pista se le danno di santa ragione. Bravi, è il sale. Nel Filippo di Savona si è rivisto il Filippo che agguanta la finale mondiale per un millesimo. Ai talenti riescono queste cose, quando alle spalle c’è l’allenamento: lui ne ha fatto tanto, e buono, e deve ancora uscir fuori. Con Jacobs, li vogliamo entrambi sotto i 10 secondi e l’auspicio è di rivederli scoppiettanti a Padova agli Assoluti di fine agosto e poi al Golden Gala del 17 settembre. Fabbri? Lui è quello che dopo Doha ha fatto il percorso più importante insieme a Larissa. Credo che finalmente inizi ad essere più consapevole di sé”. I prossimi mesi di settembre, ottobre e novembre saranno ricchi di atletica con gli Assoluti e i Golden Gala, in seguito La Torre sposterà l’attenzione sui Giochi di Tokyo: “A fine settembre tutti in garage per una vacanza, tranne mezzofondo e strada, per ricominciare nella seconda metà di ottobre verso Tokyo. Entro fine ottobre, o primi di novembre, contiamo di avere le idee chiare sulla programmazione in vista dei Giochi con le varie tappe di avvicinamento”.