A poche settimane dalla gara di ritorno col Barcellona, la UEFA ha intervistato Dries Mertens, autore di uno splendido gol nella sfida d’andata. Il belga ha esordito parlando del passaggio culturale effettuato nel 2013 tra Olanda e Italia: “Se è stato un shock? Lo è stato eccome. È stato un gran passo venire qui, in una squadra che gioca la Champions League. Bisogna sentirsi a casa, adattarsi, imparare la lingua, guardare come vive la gente e l’ho fatto. Questo mi ha reso tutto più semplice”. Di seguito le dichiarazioni complete dell’attaccante:
SUL RAPPORTO COI TIFOSI – “La gente qui vive di calcio. Non parlo solo dei giovani o degli adulti sulla quarantina, ma anche le nonne e i bambini, è pazzesco. Penso che sia qualcosa di speciale dell’Italia: ti alzi, prendi il caffè la mattina e parli solo di pallone. Mi chiamano Ciro, un nome tipico napoletano, e penso che sia perché ho cominciato a vivere come loro. Giro molto in città, amo il cibo, il mare e le isole”.
SU SARRI – “Il primo anno con Sarri giocai solo sei partite da titolare, quindi ero molto arrabbiato, ma mi diceva: ‘Sei troppo importante per me e per la squadra, non ti preoccupare che avrai le tue chance’. Un giorno mi mise prima punta e sono molto felice perché mi ha cambiato la vita. Mi schierò lì e mi disse: “Sono sicuro che farai bene”.
SU GATTUSO – “È davvero un buon allenatore. Penso che sia il tecnico perfetto in questo momento perché sta dando molte opportunità ai giovani e sarà un ottimo allenatore per il futuro. Ha vinto molti trofei da giocatore, sa cosa vuol dire. Questo era qualcosa che ci mancava. Lo sentivi anche con Ancelotti perché aveva vinto tanto da allenatore ed era disposto a trasmetterci una mentalità diversa”.
SULLA CHAMPIONS – “Sta andando davvero bene. Ho segnato già sei gol e sono contento di questo. L’unico aspetto negativo è aver preso gol dal Barcellona. Sappiamo che sarà una partita difficile ma se ci prepariamo a dovere non si sa mai cosa potrà accadere. Naturalmente se avessimo vinto 1-0 sarebbe stata un’altra partita. Ma alla fine, ci prendiamo questo 1-1 e andremo a giocarcela a Barcellona”.
SUL RECORD DI GOL – “Io ho giocato con Hamsik – e gli facevo pure molti assist che convertiva in gol – e quindi non ho mai pensato che avrei battuto questo record. Ma poi quando ti avvicini cominci a pensarci. “Ok, mi sto avvicinando a Maradona e Hamsik” ti dici. E quando succede è incredibile perché non avrei mai pensato, al mio arrivo, che sarei diventato il marcatore più prolifico di questo club”.