Giampiero Ventura guarda già al futuro. Il commissario tecnico della Nazionale azzurra da metà luglio ammette di avere tra le mani una squadra ormai anagraficamente “un po’ su con gli anni. Ci sono 4-5 grandi giocatori come Buffon, Barzagli, Chiellini, Bonucci e De Rossi ma c’è bisogno di iniziare un ricambio generazionale per aumentare la competitività sia nel presente che proiettata verso il futuro. E io ho cominciato a smuovere delle acque un po’ stagnanti con la voglia di iniziare a costruire“.
E’ questo il compito principale del tecnico genovese, per la prima volta alla guida di una Nazionale anche se “mi sento ancora un allenatore, consapevole delle difficoltà ma impregnato di entusiasmo e della consapevolezza di aver iniziato un percorso importante per il futuro dell’Italia, non solo per la qualificazione al prossimo Mondiale ma per creare anche i presupposti perché gli Europei e i Mondiali successivi siano importanti“. Ospite di Sky Sport 24, Ventura racconta delle difficoltà di trovarsi “al di là della barricata, quando scopri che ci sono situazioni non facili per motivi di tempo e devi colmare le difficoltà attraverso una programmazione dettagliata ma anche creando i presupposti perché ciò avvenga“. Anche in quest’ottica va visto lo stage di inizio settimana “con giocatori entusiasti, la stragrande maggioranza dei quali con enormi potenzialità a patto che siano messi nelle condizioni di esprimersi, e ne faremo altri 3-4“.
Il paragone con il predecessore Antonio Conte, però, continua a ‘perseguitarlo’: “Non si tratta di scacciare un fantasma, i paragoni ci stanno ma una volta fatti, inizia il lavoro di una persona. Ogni allenatore deve essere se stesso, se un allenatore non ha delle idee proprie, non trasmette concretezza di idee, viene scoperto dopo cinque minuti. L’unica cosa che mi ha lasciato perplesso è che spesso si paragona l’Europeo con le qualificazioni: non è corretto, l’Europeo è figlio di 40 giorni di preparazione, per una partita di qualificazione ce ne sono solo due di giorni“. Ventura, tra l’altro, si è dovuto anche sobbarcare anche quello che sarebbe dovuto essere il lavoro di Marcello Lippi come direttore tecnico, “andando a parlare con tutti gli allenatori e la stragrande maggioranza di presidenti e dirigenti, cercando di spiegare il percorso che l’Italia avrebbe intrapreso“.
Un percorso che coinvolge tutti, non solo i giocatori delle grandi squadre. “E le altre società cominciano a mettere a fuoco i vantaggi di questo: quando Gagliardini è stato convocato, nei primi giorni era smarrito, quando è andato via era uno di noi e nella partita successiva, con la Roma, ha fornito una prestazione sopra le righe. Io credo di essere impregnato di serietà e professionalità, ho preso la cosa seriamente cercando da un lato di ottenere risultati positivi e dall’altro di fare qualcosa per ottenere risultati migliori in futuro. Ma i grandi cambiamenti si fanno tutti insieme, vorrei che si capisse quello che si sta cercando di far nascere e tutti insieme prendere per mano la Nazionale e portarla là dove, per la storia dell’Italia, merita di arrivare“.
Obiettivo a medio termine, ovviamente, è il pass per Russia 2018: “Se avessi avuto il timore o il dubbio di non qualificarmi per i Mondiali, non avrei nemmeno iniziato – assicura Ventura – So che è difficile, perché se ne qualifica una sola, perché non siamo teste di serie e abbiamo da affrontare la Spagna, che dopo la Germania è la più forte al mondo. Ma niente ci è precluso, siamo a pari punti con loro e dobbiamo andare a fare risultato in Spagna“, aggiunge il ct ribadendo l’utilità di anticipare l’inizio del prossimo campionato per provare ad avere un vantaggio anche alla luce della difficoltà delle squadre italiane nelle coppe europee per la differente preparazione fisica. “Tavecchio ha detto che non qualificarci sarebbe una tragedia? Ha detto quello che pensano tutti, era un modo per dire che ci teniamo tantissimo e che non lasceremo niente di intentato“.
In Russia Ventura spera di poter contare sul blocco difensivo della Juve “in salute. Buffon ha l’obiettivo di arrivare a questo Mondiale, sa che se lo merita e deve essere in grado di farlo, lo vedi anche da come si allena, un allenamento finalizzato a migliorarsi ulteriormente”. Difficile che ci sia ancora spazio per Pellè dopo quella mancata stretta di mano uscendo dal campo allo Stadium (“ha mancato di rispetto nei confronti di quello che rappresenta la maglia azzurra”) mentre su Balotelli, il pensiero non è cambiato: “deve tornare a stupire facendo quello che le sue potenzialità gli permetterebbero di fare. Tocca a lui ora prendere una decisione e scegliere se iniziare un percorso per prendersi l’onore e la gloria che le sue capacità potrebbero regalargli”.