Finalmente si riparte, questa è una delle poche certezze. In attesa di capire se la stagione del calcio potrà effettivamente concludersi senza problemi, di dati indiscutibili ce n’è anche un altro. Se è vero che tutte le squadre sono chiamate a un impegno davvero probante, vale a dire quello di giocare praticamente ogni tre giorni dopo tre mesi di inattività, è anche vero che c’è un club in particolare che potrebbe davvero dover fare i conti con un tour de force ancor più spinto degli altri. Inter, sei pronta? Se i nerazzurri dovessero staccare il pass per la finale di Coppa Italia, in programma il 17 giugno, sarebbe la squadra italiana a giocare di più nel territorio domestico da qui alla fine del campionato, visto che agli eventuali due match della coppa nazionale si sommano le dodici giornate che mancano – per tutte – al termine della Serie A e in più il recupero contro la Sampdoria che i ragazzi di Conte giocheranno il 20 giugno come piccolo prologo a un’estate sempre sul campo. A questo discorso si aggiunge anche quello che riguarda l’Europa League: i nerazzurri, a differenza di altre compagini, devono ancora giocare l’andata degli ottavi contro il Getafe, e se dovessero arrivare fino in fondo anche nel torrido agosto delle coppe europee, il totale di partite alle quali verrebbe chiamata l’Inter sarebbe pari a ventidue in poco più di due mesi.
Numeri pazzeschi, ma inutile spingersi troppo in là. Giocare tanto vuol dire che si è in corsa per gli obiettivi, e non è necessariamente un male per l’Inter, che intanto dovrà concentrarsi sulla sfida del San Paolo. All’andata – sembra passata un’era geologica – il Napoli espugnò il Meazza con uno 0-1 firmato Fabian Ruiz che complica maledettamente le cose a Conte, che tiene alla Coppa Italia, mai conquistata nei tre anni da allenatore alla Juventus. Il tecnico salentino probabilmente non sa quale sia il livello reale di preparazione fisica dei suoi ragazzi e degli avversari di Gattuso, ma quel che è certo è che i ritmi saranno inevitabilmente più blandi. A questo punto, vengono a mancare i presupposti per vedere ancora una volta il talento di Eriksen relegato a scaldare la panchina. Il centrocampista danese con tutta probabilità sarà destinato al terreno di gioco e da titolare, troppo importante provare a schierare più qualità e spessore possibile per ribaltare il punteggio e conquistarsi l’atto conclusivo di Roma. Se l’Inter riuscirà nella piccola impresa, sarà un derby a prescindere: o contro il Milan, in un’affascinante stracittadina della Madonnina, o contro la Juventus, in un terzo derby d’Italia distante appena due partite e ben tre mesi dall’ultimo incrocio dello Stadium in cui – polemiche con la Lega, partita rinviata e poi giocata a porte chiuse – si erano già intravisti i segni della fine del calcio italiano, che per ora è scongiurata.