Altro

Botta e risposta Selvaggia Lucarelli-Codacons: “Sprecate soldi dei cittadini in indagini inutili”

Breaking News
Ultim'ora - Breaking News - GoodManPL (pixabay.com)

Volevo dire a Codacons che tutelare cittadini e consumatori vuol dire anche evitare che i soldi di cittadini e consumatori vengano sprecati per querele pretestuose a cui seguono indagini inutili e talvolta processi ancora più inutili“. Con un tweet in mattinata la giornalista Selvaggia Lucarelli ha attaccato il Codacons, criticandone l’operato soprattutto dopo la recente querela contro Fedez. Un attacco al quale il Codacons ha voluto rispondere attraverso una nota sul proprio sito: “Cara Selvaggia, siamo rimasti basiti nel leggere il tuo tweet odierno contro il Codacons. Proprio tu che sei il simbolo della battaglia contro l’odio e la violenza sul web, critichi la nostra associazione per aver “osato” difendersi dall’odio e dalla violenza scatenata da Fedez attraverso i suoi follower – si legge -. Così fai passare un messaggio sbagliato e addirittura pericoloso: se ad insultare è un cittadino qualunque occorre difendersi anche in tribunale, se lo fa un influencer con milioni di follower come Fedez bisogna subire in silenzio perché altrimenti si diventa pretestuosi e si sprecano soldi dei cittadini“.

La risposta prosegue: “Quando una persona aizza alla violenza e diffama le persone non c’è nulla di pretestuoso, anzi è doveroso l’esercizio del diritto di difesa, esattamente come hai fatto tu quando sui social ti hanno pesantemente insultata e diffamata (e il Codacons in questo, come ben sai, ti ha anche appoggiata e difesa nelle sedi competenti, proprio perché odio e violenza sul web sono da contrastare, sempre e comunque). Sulla inutilità delle indagini è lo stesso Fedez a smentirti: in una recente intervista ha affermato di aver esagerato contro il Codacons e di essere convinto di ricevere una condanna, per esserci andato troppo pesante. Se vuoi pubblicare tutti i messaggi violenti e le minacce da noi ricevute dai follower di Fedez (talmente violente da essere state cancellate da Google e Youtube), aizzati dallo stesso che ha garantito loro l’immunità, affermando che le offese sui social non costituiscono diffamazione – questione su cui si basa la nostra querela – ti faremo avere il materiale utile. E scoprirai che tra le tue azioni di difesa in tribunale e quelle del Codacons non c’è assolutamente la minima differenza. Cari saluti“, chiosa il presidente Codacons Carlo Rienzi.

SportFace