“In una pandemia vogliamo risposte subito, ma le cose non funzionano così. Per fortuna, grazie anche alla discussione libera, aperta e veloce su Internet, oggi le correzioni arrivano veloci, se lo si vuole. C’è un piccolo cimitero delle pubblicazioni su Covid-19 che non hanno resistito allo scrutinio degli scienziati, fra cui alcune adottate troppo frettolosamente per informare le policy pubbliche“. Queste sono le recenti dichiarazioni pubbliche del biologo italiano Enrico Bucci, il quale ha invitato i colleghi scienziati ad offrire spunti riguardo il Coronavirus solo nel momento in cui se ne abbiano certezze in merito.
In seguito Bucci ha elencato alcune delle pubblicazioni fuoriuscite sulla pandemia attualmente in atto, risultate false o inconcludenti e pubblicate da riviste prestigiose: “Segnalo primariamente la pubblicazione che negava l’utilità delle mascherine, usata dall’Oms. In secondo luogo vi è la ricerca che identificava il virus nel peritoneo, poi quella che descriveva la morte di una donna incinta per Covid-19, successivamente il lavoro della clorochina, che misurava un aumento di mortalità, su ‘Lancet’. In seguito il lavoro sugli Ace inibitori su ‘Nejm’, e moltissimi altri ancora“.