“Se il protocollo resta tale, con 14 giorni di quarantena obbligatoria per tutti, il campionato finirebbe così. Si andrebbe a questo punto verso ipotesi successive su cui si sta già discutendo” ha aggiunto il medico. “Ci sta che il Governo e la Federcalcio ci ripensano, aspettano qualche giorno per vedere calare la curva, ma è l’unico sistema affinché il campionato si concluda” ha proseguito Castellacci, “penso che la Federcalcio dovrebbe fare una banca centralizzata, sia per quanto riguarda i test sierologici o per test salivari, se usciranno. Molto semplicemente, secondo il mio parere, bisognerebbe che gli stessi test sierologici, siano per tutte le squadre: tutti facciano lo stesso tipo di test, con lo stesso reagente. Ne esistono tanti, ma secondo me in un campionato di calcio andrebbero fatti test unici per tutti, la disparità potrebbe creare problemi“.
“I test salivari sono certamente più veloci, rapidi, pragmatici, potrebbero migliorare la metodica. Resta il fatto che la quarantena dovrebbe essere portata a 7 giorni, al di là dei test fatti” ha aggiunto Castellacci, sottolineando come non vi sia chiarezza circa la quarantena obbligatoria prevista dal decreto dello scorso febbraio: “Ci vuole poco a dire se si può fare o no. C’è voluta una vita per ripartire, ma cerchiamo anche di concludere. Spero che il ministro, o chi per esso, affermi che il decreto di febbraio con quarantena obbligatoria è stato superato“. “Sono fiducioso, credo che ci sarà un’apertura da parte della Federazione. Sarebbe un successo finire questo campionato, senza playoff, playout o algoritmi” ha concluso il medico.