“Sono stato influenzato un paio di giorni, un po’ di pesantezza agli occhi, poi stop. Però la mia grande paura era di trasmetterlo alla mia famiglia. Il Covid poi ha fatto un casino. E anche adesso, non me la sentirei di rischiare. In tanti dicono che una volta passato uno resta immune. Ma non ci sono certezze. Anche nel nostro spogliatoio a qualcuno è capitato di guarire e poi risultate di nuovo positivo”. Queste le parole di Edgar Barreto, ex giocatore della Sampdoria che ha deciso di rescindere il contratto ad un mese dalla scadenza naturale anche per via della pandemia. “Riprendere a giocare significa anche andare in trasferta, viaggiare, dormire in albergo, incontrare persone. E per quante precauzioni tu possa prendere, non puoi mai sentirti al sicuro –ha raccontato in un’intervista a ‘Il Secolo XIX’ – Ai calciatori fanno fare tanti tamponi, test… poi in campo sui calci d’angolo devi marcare a uomo. Per me era meglio finire il campionato. E se giocassi e dovessi riprendere il 20 giugno non so se me la sentirei. Parlo per me, ma penso di non essere l’unico a pensarla così. Riprendendo a giocare i calciatori vanno incontro a rischi per la salute, loro e delle loro famiglie. Se poi non parti focalizzato al 100% sul campionato, ma hai altri pensieri, puoi farti male o non rendere al meglio. Senza tralasciare che i tifosi sono l’essenza del calcio. Giocare a porte chiuse è triste.
Sampdoria, Barreto: “Non me la sono sentita di continuare, altri giocatori la pensano come me”
Edgar Barreto - Foto Roberto Martinelli