Le storie, anche quelle belle, sono destinate inevitabilmente ad avere un inizio e una fine. Dunque non è tanto quello del termine il problema, ma di come si concludono. Totti e la Roma, un’unica cosa per venticinque anni: amore dei tifosi per il giocatore, amore del giocatore per tifosi e squadra, rispetto dell’ambiente, di tutto il calcio italiano, pochi episodi oscuri e tanti gol e momenti emozionanti hanno reso il Pupone una delle bandiere per eccellenza da quando è stato inventato il gioco del pallone.
L’ultima partita di Totti con la Roma andò in scena il 28 maggio del 2017 in un Olimpico totalmente sold out per il match contro il Genoa. Ed erano tutti lì per l’addio del capitano, ma al contempo i giallorossi si giocavano in due ore la possibilità di chiudere al secondo posto il campionato, evitando così di dover passare dai playoff per la qualificazione in Champions, spareggi che negli anni precedenti non avevano per nulla sorriso agli italiani.
Ma la partita sembra passare in secondo piano, gli occhi sono solo per Totti, che parte dalla panchina in un anno complicato per via dei rapporti altalenanti con Spalletti. C’è però un match da giocare e in una specie di continuum generazionale a sbloccare il match è Pietro Pellegri, classe 2001, marcatore più giovane della storia della Serie A. Una partita che già per questo motivo sarebbe passata agli annali, ma c’è Totti che lascia la Roma – non si sapeva all’epoca se sarebbe stato un addio al calcio, ma l’amore del classe 1976 per quella maglia, l’unica mai indossata, lasciava pochi dubbi – e i giallorossi non possono non vincere, al di là degli interessi di classifica. A sistemare parzialmente le cose fu bomber Dzeko con il gol del pareggio, a inizio secondo tempo entra finalmente Totti e lo stadio ribolle per lui. Nella ripresa, quasi come un segno del destino, toccò a De Rossi, capitan futuro che diventa capitan presente in un passaggio di consegne immaginario, firmare il sorpasso. Sembra tutto fatto: la Roma vince, Totti chiude in bellezza, lacrimoni all’Olimpico ma anche tanta gioia per il secondo posto.
La serata agrodolce sarebbe però potuta diventare drammatica. Perché il Genoa, a dieci dal termine, pareggia con Lazovic. La Roma aveva già la testa alle vacanze e sembra scossa, l’Olimpico non esplode più a ogni tocco di Totti perché per alcuni minuti c’è da pensare a qualcosa di più venale. Trenta milioni fanno la differenza e così e assalto alla diligenza. Al 90′ la risolve Diego Perotti, che fino ad allora coi giallorossi aveva segnato solo su rigore, inventandosi un gol estemporaneo che vale il definitivo 3-2: la Roma è seconda dopo un finale thriller, ma non è la parola fine di quella serata.
Dopo il fischio finale la festa, ma con la morte nel cuore per i presenti, è tutta e sola per Francesco Totti: il Pupone, in lacrime, ringrazia i tifosi, legge un messaggio dedicato a loro, si prende tutti gli applausi che non erano certo mancati in oltre due decenni di storia. Insomma, era una serata triste per l’addio di Totti, poteva diventare ancor più triste con il terzo posto invece del secondo: ci penso Diego Perotti, un dieci che aiutò il dieci a lasciare casa sua con qualche disagio in meno.