Ventuno anni, da due mesi positivo al covid-19. Sul ‘Messaggero’ quest’oggi si legge la storia di Lorenzo Pablo Mazzanti, un giovane rugbysta del Cus Rugby Perugia. Febbre alta, malessere generale, debolezza, perdita di olfatto: sintomi comparabili all’influenza accusati per la prima volta il 20 marzo. Lorenzo fece il tampone e risultò subito positivo e dopo il primo arrivarono altre sette test, uno dei quali negativi con tanto di doccia fredda con nuova positività riscontrata nel tampone successivo.
È per questo che Lorenzo è ancora in isolamento a Città di Castello, lontano dalla propria famiglia, lontano da tutto: “Vivere così per due mesi è un’esperienza che non auguro a nessuno – dice il giovane rugbysta -. Cerco di fare un po’ di attività fisica, per passare il tempo. Nulla di paragonabile rispetto ai sei, sette allenamenti settimanali. Rimanere 60 giorni in casa è alienante: ti senti di stare in un altro mondo“. E il suo messaggio è chiaro: “Stiamo attenti. Vi assicuro che anche se non ci sono gravi problemi fisici, non si passa un bel periodo. Devo restare sigillato in casa, e non è facile. Il coronavirus è subdolo, non va inteso solo come una malattia fisica: ma è anche complessa da gestire mentalmente. Sapere di essere positivi e non sapere quando si guarirà. Cerchiamo di prestare sempre la massima attenzione e di fare ognuno la sua parte“.