Dominika Cibulkova è stata un’icona del tennis energico tipico degli anni 2000-2010, esprimendo il suo talento mediante accelerazioni fulminee ed esplosività fisica. La voglia di vincere dell’ex agonista slovacca è stata coerentemente fulcro dei suoi successi, tanto da spingerla fra le prime cinque giocatrici del mondo nel 2017, dopo un percorso tortuoso e caratterizzato da alti e bassi. Il punto più alto della sua carriera è certamente rappresentato dalla finale degli Australian Open 2014, exploit evidenziato ulteriormente dalla netta vittoria su Agnieszka Radwanska, maturata attraverso un eloquente 6-1 6-2. Indimenticabile peraltro la conquista delle WTA Finals nel 2016, dopo aver superato Angelique Kerber come ultimo ostacolo, arrivate a coronamento di un’annata iniziata meravigliosamente e terminata come meglio non avrebbe potuto.
La slovacca ha conquistato ben otto trofei WTA in carriera, uno dei quali a discapito di una giocatrice italiana arrivata all’ultimo atto. L’Open di Katowice è infatti stato palcoscenico, nel corso del 2016, di un match fra Camila Giorgi e Dominika Cibulkova, valido per la finale del torneo e testa a testa fra due interpreti della medesima ideologia di gioco. L’instabilità dell’azzurra al servizio ha permesso all’avversaria un’agevole vittoria in un’ora e quindici minuti totali: 6-4 6-0 e trofeo quasi mai in discussione. Ciò che ha impressionato gli appassionati, quel giorno, è stata la foga agonistica sopra le righe di Cibulkova, aggressiva ad ogni occasione, focalizzata verso il suo obiettivo e dominante dal punto di vista psicologico. Quest’ultimo punto non è da sottovalutare, in quanto l’aspetto mentale è determinante nello sport ed in particolare nel tennis: la superiorità di Cibulkova è partita innanzitutto dalla mentalità vincente, dalla consapevolezza di poter dare più dell’avversaria e dalla certezza di entrare in campo solo per offrire il meglio di se stessa. L’atleta classe ’89 ha sancito la terza sconfitta consecutiva di Giorgi in finale a Katowice, senza concedere reali opportunità alla sua opponente di replicare colpo su colpo, grazie a risposte anticipate tipiche del suo repertorio e trovate tattiche che hanno frantumato il collage di colpi dell’italiana, seppur vasto.
“Compi ogni azione come fosse l’ultima della tua vita“. Parafrasando Marco Aurelio è semplice realizzare un ritratto della giocatrice di Bratislava, sportiva straordinariamente pragmatica e sempre pronta a cogliere ogni occasione necessaria per arrivare al fine ultimo del suo percorso professionistico, ovvero spingersi oltre qualsiasi limite. Singolarista eccellente, doppista autorevole, atleta straripante, anima competitiva: Cibulkova è stata una degli Zbojníci dipinti dal connazionale Mikulas Galanda, la bandita del circuito femminile.