La storia ha voluto una data e l’ha ricevuta: 30 aprile 1982, 38 anni fa esatti. Ma l’acquisto del secolo della Juventus è un’opera d’arte in evoluzione, fatta di indiscrezioni sui giornali, telefonate, incontri, minuzie legali, trattative parallele e sabotaggi. A partire da una mattinata di fine aprile con una telefonata. Da un capo del telefono c’è Agnelli, dall’altro Boniperti: “Ho letto sull’Equipe che Platini è in vendita“. E’ iniziato così uno degli affari di calciomercato più clamorosi della storia del calcio italiano. Da una telefonata all’altra, nel giro di pochi minuti, Boniperti chiama Bernard Genestar, procuratore: “Domani vengo a parlarti di Platini”. La terza chiamata, pochi giorni dopo, chiude il cerchio, è Boniperti questa volta ad alzare la cornetta per primo: “Abbiamo Platini”. Nel mezzo l’appuntamento a Torino, nella sede della Sisport per venerdì 30 aprile. Presenti Michel Platini, Genestar e alcuni avvocati oltre al presidente dell’Associazione calciatori francese. Oggetto delle trattative sono l’ingaggio, la durata del contratto, l’inserimento del Paris Saint Germain, il premio di preparazione per il Saint Etienne. Alla fine è tutto fatto: biennale da 400 milioni di lire l’anno a Platini e 250 milioni al Saint-Etienne. “Presidente, perché sin dalla prima volta non ha parlato subito con me? Sarebbe stato più facile, avremmo chiuso in fretta”, dice Platini a Boniperti.
Ma c’è un ultimo problema da risolvere. Per una squadra italiana, sono consentiti solamente due calciatori stranieri: uno è Platini, l’altro è Boniek chiuso con una trattativa parallela in Polonia superando la concorrenza della Roma (che se lo aggiudicherà tre anni più tardi). Chi è di troppo è l’irlandese Liam Brady, uomo Scudetto di quella stagione. Un’altra telefonata, sempre Boniperti: “Liam, mi rincresce…”. Una settimana più tardi, con la consapevolezza di non essere stato confermato, Brady si incarica di tirare il rigore Scudetto contro il Catanzaro: gol e l’addio tra lacrime e gioia. Ma è un sacrificio necessario. Per la Juventus inizia l’era Platini. E per Platini inizia l’era Juventus. Il bottino alla fine è il seguente: per la Signora una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa, due Scudetti, una Coppa Italia. Lui tre volte Pallone d’Oro e tre volte capocannoniere di Serie A. Alla fine la miglior sintesi l’ha fatta l’Avvocato Agnelli: “Abbiamo pagato Platini un tozzo di pane e ci abbiamo messo sopra il caviale“.