Nuoto

Nuoto, Barelli: “Il 4 maggio aprirà una piscina su cento, dallo Stato non si è visto un euro”

Paolo Barelli - Foto Sportface

“Le piscine? Riapriranno forse una ogni cento il 4 maggio. Ho sentito i coordinatori dei comitati regionali e sono tutti d’accordo: in queste condizioni le società non hanno chance di ripartire. Il Paese vive un crisi a cui nessuno era preparato, non vogliamo fare polemica. Il tema è che l’attività motoria fondamentale per la salute dei cittadini”. Queste la parole del presidente della Federazione italiana nuoto Paolo Barelli, che in un’intervista a Libero sottolinea come il vero problema a partire dal 4 maggio siano i costi per delle riaperture non generalizzate: “Chi apre una piscina per pochi atleti, seppur di alto livello? Chi paga l’acqua? La corrente, la gestione? Gli impianti sono magari dei beni pubblici ma sono sorretti dall’iniziativa privata, dal volontariato, dalla passione. Quella stessa passione che è il volano che spinge a impegnarsi nell’agonismo. Federica Pellegrini da dove nasce? Da una piccola società del Veneto. Gregorio Paltrinieri? Da una società emiliana. Tania Cagnotto? Dal matrimonio di un tuffatore di Torino con una tuffatrice di Bolzano. Dietro questi campioni ci sono milioni di cittadini che nelle stesse società hanno svolto attività motoria”.

Barelli prosegue e spiega come in questa prima fase sia giusto aprire solo agli atleti di interesse nazionale, ma che successivamente bisognerà aiutare economicamente i gestori degli impianti a rientrare di queste perdite per il mancato normale afflusso di nuotatori amatoriali: “Bisogna aprire in sicurezza per gli atleti di interesse nazionale ma anche indicare ai gestori la luce in fondo al tunnel. Altrimenti è solo una dichiarazione di intenti basata sulle tasche dei privati già alla canna del gas. Si lavora per gli atleti top se si può riaprire all’utenza: serve una prospettiva che sia giugno o settembre”. Barelli ribadisce come la Federnuoto abbia già stanziato quattro milioni per l’emergenza: “Non abbiamo la bacchetta magica, non possiamo dare aiuti come lo Stato. Anche se per ora non si è visto un euro. Spadafora sta facendo quel che può per un ministro senza portafoglio, serve l’impegno di tutto il Governo per salvare chi permette agli italiani di fare attività motoria”.

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