Vincere è sempre bello, ma ci sono volte in cui la vittoria ha un valore più importante, che va oltre l’essere arrivato davanti a tutti gli altri. Uno dei successi più belli nel mondo delle corse motociclistiche è sicuramente quello di Sete Gibernau, che il 27 aprile 2003, sul circuito di Welkom, conquista il Gran Premio del Sudafrica. Il pilota del team Honda Gresini, solo una settimana prima, aveva visto scomprarire il compagno di squadra Daijiro Kato, vittima a inizio mese di un incidente durante la gara di Suzuka.
Lo stato d’animo del pilota catalano è fragilissimo, e inizialmente non sembra in grado di partecipare al GP in Sudafrica. Dopo il venerdì di prove libere l’idea di Gibernau è quella di fare i bagagli e rientrare a casa in attesa che ritorni un po’ di serenità. Alla fine, però, Sete decide di fare un tentativo. E che tentativo, visto che in qualifica è primo: pole position e situazione che, almeno in parte, sembra risollevarsi.
Domenica, giorno di gara. Gibernau continua a non essere al massimo delle forze, mentalmente parlando. Ma come si potrebbe esserlo, visto quanto successo in un aprile nero per le moto e il mondo dello sport? Troy Bayliss lo scavalca nella prima parte di gara, mentre gli altri piloti favoriti per le prime posizioni n0n sembrano così minacciosi. Gibernau, che di gara fino a quel giorno ne aveva vinta solo una, si riprende e scavalca l’australiano, tornando al comando. Dietro, intanto, Valentino Rossi ha trovato il ritmo giusto, e si mangia tutti i piloti all’inseguimento di Gibernau, andando a prendere il nativo di Barcellona. L’epilogo, però, non quello che la maggior parte si aspetta. Sete resiste a tutti gli attacchi del numero 46, riuscendo a vincere la gara tra le lacrime di commozione del proprietario del team, Fausto Gresini, in un turbinio di emozioni raggiungibile solo in poche occasioni. Gibernau ha vinto per Kato, ha vinto per un compagno ingiustamente scomparso.