Dei giocatori in campo al Ferraris il 28 aprile del 2004 in occasione dell’amichevole tra Italia e Spagna il solo Gianluigi Buffon è ancora in attività. Quel test match in vista degli sciagurati Europei del 2004 vide in campo vecchie glorie e giovani promesse destinate a scrivere la storia di club e Nazionale: Canizares, Helguera ma anche il futuro e quindi Xavi, Casillas, Xabi Alonso e Torres da una parte. Dall’altra la staffetta azzurra in porta tra Peruzzi e Buffon, i 3/4 della difesa che vincerà i Mondiali del 2006 con Cannavaro, Materazzi e Zambrotta. Ma gli occhi a Genova erano tutti puntati per il vero protagonista di quella partita: Roberto Baggio. D’altronde era il Baggio Day, l’ultima in azzurro del campione classe 1967. Un tentativo per rendere omaggio al fuoriclasse snobbato prima ai Mondiali del 2002 e in seguito anche alla rassegna continentale del 2004. Entrambe le occasioni, per un motivo o per un altro, saranno buttate al vento.
Quel giorno al Ferraris 40.000 persone affollarono l’impianto di Genova per salutare uno dei calciatori più amati. Un boato, uno striscione dopo l’altro e il saluto del numero 10 già a partire dal riscaldamento. Sugli spalti un numero imprecisato di messaggi velenosi per Trapattoni: “Trap, grazie per l’idea ma ci voleva in Corea“. Anche: “Con Baggio in Nazionale, l’acqua santa non portare” e un riferimento alla capitale della cultura 2004: “Baggio, il capolavoro che mancava a Genova“. Perché la scelta di Genova, e non una delle città in cui ha giocato, era un messaggio chiaro: Roberto Baggio è di tutti ed è patrimonio del paese. Un gol di Torres aprì le marcature, Vieri rispose con un colpo di testa perentorio. Per Baggio due occasioni, la fascia da capitano dopo l’uscita dal campo di Cannavaro, la sostituzione e la standing ovation finale. Seguiranno le rime di Cremoniniana memoria: “Ah, da quando Baggio non gioca più“. Ma anche le polemiche, i sondaggi, le speranze di vederlo in Portogallo. A spegnere ogni polemica ci ha pensato sempre lui, con l’ultima giocata da fuoriclasse per liberare l’ambiente da polemiche e malumori in vista dell’Europeo: “Grazie alla federazione e Trapattoni per questa opportunità. L’affetto della gente è la cosa più importante e bella per un professionista“. Non basterà. E più che con le parole, il Codino più amato sarebbe servito probabilmente in campo.