Esistono storie che sembrano irreali quando le racconti, che hanno del romanticismo, che fanno avverare l’impensabile, e proprio per questo loro alone di mistero e di magia sono in grado di conquistare i cuori di ogni persona. Storie come quelle del Leicester, che è riuscito a compiere non uno, ma due miracoli calcistici.
Ma andiamo per ordine. Solo qualche coraggioso aveva deciso di puntare ad inizio stagione sulla vittoria delle Foxes. Una quota astronomica, pagata 5000 a 1: per i bookmaker sarebbe stato più probabile che Bono degli U2 fosse nominato Papa, per dire. D’altronde stiamo parlando di una piccola città delle Midlands inglesi che raggiunge intorno ai 370mila abitanti e il club calcistico è uno di quelli che è sempre passato inosservato, che rimane stabilmente nella divisione senza particolari sorprese. Il primo miracolo compiuto dalle Foxes è stato nel 2014, quando riescono ad arrivare primi nella cadetteria e salgono in Premier League dopo dieci anni. Da quel momento, iniziò a prendere forma il gruppo che avrebbe portato la squadra al titolo di Inghilterra: Drinkwater, Vardy e Mahrez. La prima stagione nella serie maggiore fu ai limiti del disastroso e riuscirono a conquistare la salvezza in extremis nelle ultime nove giornate. Nigel Pearson, per motivi estranei alla gestione sportiva, non verrà confermato per la stagione successiva, favorendo l’arrivo di Claudio Ranieri. Molti storsero il naso a quella scelta. Dopotutto l’allenatore testaccino aveva concluso prima del tempo l’avventura con la Nazionale greca e, per quanto riguarda i club europei, non aveva sempre brillato: era stato esonerato dal Chelsea in favore di Josè Mourinho e aveva vinto solo una Supercoppa europea e una promozione nella Ligue 1.
Eppure, fin dalle prime giornate, si avvertì che qualcosa nell’aria stava cambiando. Il Leicester iniziò ad inanellare una serie di vittorie, arrivando primo in classifica a Natale.
Nessuno riusciva a spiegarselo, i più scettici parlarono di fuoco di paglia, ma il principio del dubbio gli si instillò nel retro della mente. Era come se Ranieri li avesse investiti di qualche strana magia. Non aveva cambiato molto della formazione che aveva lottato per la salvezza l’anno precedente, l’unica cosa che aveva chiesto era qualche rinforzo in più (uno fra tutti Kanté che si rivelerà essere il vero capolavoro del mercato) e unione nello spogliatoio. Riuscì ad esaltare le caratteristiche di ogni giocatore, concentrandosi più sulla posizione che sul possesso palla. Ranieri conquistò un traguardo storico ancora prima di finire la stagione, ottenendo la prima qualificazione della storia del Leicester in Champions League e il suo festeggiamento in conferenza stampa diventò subito virale: “We are in Champions League, dilly ding dilly dong”.
Il 2 maggio 2016 si compie il secondo miracolo. Nel posticipo della 36esima giornata di campionato, il Chelsea riesce all’83’ ad agguantare un soffertissimo 2-2 contro il Tottenham, secondo in classifica. E quel punto è tutto ciò che serviva. Al fischio finale di quell’incontro da sogno in casa del Manchester United, il modesto Leicester riesce a interrompere il dominio degli dei dell’Olimpo e vince la Premier League per la prima volta in 132 anni di storia. Vardy e compagni hanno scritto una delle più belle favole del calcio moderno, ammirata e sostenuta da tutta Europa, perché, si sa, quando si vede trionfare il più debole è sempre un piacere per gli occhi e l’impresa che nessuno si sarebbe mai aspettato, in un minuto diventò leggenda.