Per me è stato un onore conoscere Berlusconi e lo ringrazierò sempre. Diciamo che per 29 anni su 30 è stato il più grande presidente di calcio di tutti i tempi. Il 30° è stato il mio anno”. Lo ha dichiarato Sinisa Mihajlovic, ex allenatore del Milan e attualmente allenatore del Torino, il tecnico serbo si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale si prende anche un pò di meriti dell’attuale terzo posto del Milan e lo fa raccontando aneddoti e retroscena su molti giocatori, come per esempio Donnarumma: ““La settimana prima dell’esordio, Berlusconi è venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez. Io gli ho detto che aveva due possibilità: una di mandarmi via e mettere Lopez, l’altra tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto, per fortuna. Sua. Adesso è in Nazionale ed è un patrimonio, non so nemmeno se ha un prezzo: resterà sempre una mia soddisfazione. Io non faccio esordire uno giovane solo perché mi mancano gli altri, come fanno in tanti: se mi convinco, gioca anche se ho tutti a disposizione”.
Un altro giocatore chiave di questo Milan è Alessio Romagnoli, fortemente voluto dall’allenatore serbo: “Lui diceva che era troppo caro, io gli ho detto: pres facciamo così, se quando vorrà rivendere Romagnoli lo vende per meno di 25 milioni la differenza la metto io; se lo vende a di più facciamo a metà. Allora ha accettato. Mi sembra sia arrivata un’offerta dal Chelsea per il doppio”. Poi un’altra stoccata al presidente Berlusconi, stavolta di natura tattica: “Il Milan è stato in un momento difficile sin dall’inizio per la verità. Noi abbiamo perso tempo le prime 7-8 partite perché abbiamo cercato di giocare con il 4-3-1-2, come voleva il presidente Berlusconi, anche se si capiva che non era il modulo adatto. Dopo la partita con il Napoli ho detto basta, vado di testa mia: se mi manda via, muoio con le mie idee. Tanto è vero che i risultati hanno cominciato a venire”.
Infine Mihajlovic parla dell’unico rimpianto: “L’unica cosa che mi rode è di non aver potuto giocare la finale di Coppa Italia, perché non c’è la controprova ma penso che con me in panchina potevamo andare in Europa e vincere la Coppa Italia visto come ha giocato la Juve. Non mi è stato permesso, ma sono esperienze che fanno crescere”.