Ciclismo

Ciclismo, Pasqualon: “Se ci garantiscono un contratto per il futuro, ok al taglio degli stipendi”

Gran Premio della Liberazione

Il ciclista italiano della Circus Wanty Gobert, Andrea Pasqualon, ha spiegato la situazione relativa ai corridori in questo momento di emergenza creato dal Coronavirus: “Fino a questo momento noi corridori non abbiamo ancora ricevuto nessuna lettera da parte della squadra. Ho letto solamente, tra l’altro sui siti, che c’è stata la cassa integrazione da parte di Wanty nei confronti del personale, quindi meccanici e massaggiatori. Per il momento noi corridori non abbiamo ancora ricevuto nulla e non sappiamo se adesso ci toglieranno una parte dello stipendio o cosa vorranno fare. Sto aspettando anch’io. Capisco che le squadre si trovino in un momento di difficoltà, ma è anche vero che noi abbiamo firmato un contratto e stiamo meritando soldi su quello che abbiamo fatto in passato e non su quello che stiamo facendo in questo momento. Se mi dovessero dire ‘ti togliamo dei soldi, ma il prossimo anno hai un contratto sicuro nel quale, se riusciamo ad inserire qualcosa in più o a fare un contratto uguale a quest’anno’, allora un corridore può anche pensarci su. Però se adesso ti vengono a togliere dei soldi, su dei sacrifici che hai fatto in passato e che ti sei strameritato, non la trovo una cosa tanto corretta”.

Pasqualon ha parlato della sua situazione contrattuale e di un eventuale tagli degli stipendi: “Io sono all’ultimo anno. Un po’ tutti siamo preoccupati. Ho voluto firmare un rinnovo di un anno quando avrei avuto la possibilità di farlo per due. Volevo arrivare ad una squadra World Tour, mi ero preparato per fare una grande annata. Purtroppo adesso siamo in una situazione un po’ critica. Come me ce ne sono tanti altri. Se decidono di tagliarci gli stipendi, l’importante è che lo facciano per questi mesi in cui non corriamo, ma che ci diano anche la garanzia di avere un contratto in futuro. Se, invece, ci tagliano gli stipendi e in futuro ci lasciano anche a casa senza squadra, allora veramente siamo in una bruttissima situazione. Posso capire anche le aziende che in questo momento si trovano con tutti gli stipendi da pagare e i lavoratori che si trovano a casa, è un momento davvero duro e lo sarà anche ricominciare il tutto. Penso che la nostra sia la categoria che ci rimetterà più di tutte, perché la prima cosa che vai a togliere saranno proprio le sponsorizzazioni”.

Il corridore azzurro aveva degli obiettivi per questa stagione, ma ora c’è il concreto rischio che possa saltare tutta l’annata: “Ok, il piazzamento alla Parigi-Nizza, però mi ero preparato per una serie di gare e avevo puntato tantissimo sulle Classiche del Nord. Come me altri corridori avevano preparato la stagione, ma se capita un’emergenza del genere dobbiamo metterci il cuore in pace e cercare di venirne fuori nel miglior modo possibile. Adesso staremo a vedere i prossimi mesi come funzionerà, il calendario. L’unica cosa che spero si riesca a fare, se si disputa il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta a Espana, è che si inseriscano tutte le squadre e si dia una possibilità a tutte di avere una grande visibilità. Questo è l’unico modo per far sopravvivere un team. Se così non dovesse essere, che motivi avrebbero le aziende a sponsorizzare negli anni a venire?”.

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