Delle tante imprese compiute in 15 anni di professionismo da Vincenzo Nibali, una delle più spettacolari e fantasiose è senza dubbio quella legata alla vittoria del Giro di Lombardia 2015, la prima Classica Monumento conquistata dallo “Squalo dello Stretto”. Una successo frutto di grandi gambe ma anche di coraggio, fantasia e collaborazione di squadra, arrivato al termine di una stagione con più bassi che alti e forse proprio per questo ancor più importante. Andiamo quindi a rivivere quella giornata con il ricordo e le immagini dei momenti decisivi.
Il 4 ottobre 2015 va in scena l’edizione numero 109 del Lombardia, la cosidetta “classica delle foglie morte”. Lungo i 245 chilometri da Bergamo a Como i corridori devono affrontare diverse asperità, tra cui il Ghisallo, il Muro di Sormano e poi nel finale la salita del Civiglio e l’ultima ascesa di San Fermo della Battaglia. Una buona selezione avviene già sul Ghisallo e sul Muro di Sormano, così i migliori rimangono in un gruppetto di 7-8 unità che approcciano la salita del Civiglio a 20 chilometri dalla conclusione. I fuggitivi di giornata sono ormai a pochi secondi e non destano particolari preoccupazioni.
Sulle rampe del Civiglio i più attivi sembrano essere Thibaut Pinot e Mikel Nieve, ma Nibali può contare su un Diego Rosa all’epoca reduce dalla vittoria della Milano-Torino pochi giorni prima e quindi in possesso di una condizione evidentemente sontuosa. Il gregario di lusso dello Squalo infatti chiude sui contrattaccanti e addirittura prova ad allungare in prima persona, probabilmente per promuovere il successivo attacco del proprio capitano. Puntualmente infatti Nibali scatta sulle ultime rampe del Civiglio, a circa 17 chilometri dal traguardo: un attacco deciso, a cui risponde prontamente Thibaut Pinot che già all’epoca mostrava tutta la sua affinità con il Lombardia.
Il siciliano dell’Astana non riesce però a fare la differenza, tant’è che ben presto rientrano anche tutti gli altri componenti del gruppetto dei migliori, compreso il prezioso Rosa e lo spauracchio Alejandro Valverde che in caso di volata ristretta sarebbe stato il logico favorito. In vetta al Civiglio però Nibali non ci sta e si lancia come tante altre volte in carriera in una discesa aggressiva e spericolata: lo Squalo guadagna subito qualche secondo pennellando curva dopo curva traiettorie per pochi discesisti eletti e dribbla anche una moto che per poco non rischia di toccare il campione italiano in carica. Dietro Rosa rompe i cambi e si conferma fondamentale, ma soprattutto manca l’accordo per tirare: così in meno di 10 km tra discesa e pianura Nibali accumula un vantaggio superiore ai 40″ nei confronti dei suoi più immediati inseguitori.
L’ultima asperità è la salita di San Fermo della Battaglia, oltre 2000 metri di ascesa che terminano a circa 5 km dal traguardo di Como. Sull’ascesa finale l’inseguitore più pimpante è Dani Moreno, che lascia sul posto gli altri e si lancia all’inseguimento di Nibali, che però tiene duro e va a trionfare a braccia alzate lungo il Lago di Como. Secondo Moreno davanti a Pinot e Valverde, mentre il trionfo Astana viene completato dall’ottimo quinto posto di Diego Rosa.
Come detto in precedenza, si trattò dalla prima Monumento di Nibali in carriera ma anche del primo trionfo italiano in una Monumento dal 2008, quando Damiano Cunego aveva vinto proprio il Giro di Lombardia. Un sigillo fondamentale nella carriera del siciliano, che riscattò così le sfortune del Tour 2015 chiuso al quarto posto ed eguagliò campioni del calibro di Merckx, Hinault e Gimondi diventando il quarto ciclista della storia a vincere i tre Grandi Giri, il titolo di campione nazionale ed almeno una Monumento.