L’ex difensore della Juventus Paolo Montero, intervenuto a Sky Sport, ha ricordato i tempi trascorsi in bianconero, iniziando, però, dalla sua attuale esperienza di allenatore alla Sambenedettese: “Ho avuto la fortuna in Sudamerica e in Italia di avere avuto grandi allenatori come Menotti, Lippi, Prandelli, Mondonico, Capello, Ancelotti, e da tutti rubi qualcosa e ti fai poi un’idea tua. Se resto alla Sambenedettese? Mi trovo benissimo, bisogna vedere quale sarà il destino della società, ma sono molto felice. Se mi arrabbio quando un mio giocatore prende il rosso? Se protesta sì. Io non sono mai stato ammonito per proteste”.
Montero ha raccontato le sue sensazione quando arrivò a Torino: “Cosa ho provato quando sono arrivato alla Juve? Arrivavo in una squadra che aveva vinto un mese e mezzo prima la Champions. Trovare quei personaggi lì, dormire subito con Ferrara, allenarti con Peruzzi e gli altri fuoriclasse, è stata un’emozione impressionante. Mi hanno insegnato l’umiltà e il gruppo, lì esisteva il noi e non l’io. Rapporto speciale con Zidane? Lui e Del Piero erano i due che ci risolvevano le partite. Zizou è stato uno dei più semplici e umili mai visti, un uomo straordinario. Nello spogliatoio non si sentiva, era buongiorno e buonasera. I primi mesi si diceva che a gennaio poteva andare via, ha fatto molta fatica per la sua timidezza. Non lo sento da un po’. Il miglior giocatore con cui ho giocato? Ho preso una delle migliori decadi del calcio italiano: Zidane, Del Piero, Ferrara, Peruzzi, Deschamps. Nella mia epoca c’erano giocatori di livello mondiale”.
Un difensore esperto come lui non poteva non spendere delle parole sull’attuale reparto arretrato della Juventus: “De Ligt è un fuoriclasse. Ha tutte le armi per diventare il più forte. Non solo lui, anche Demiral è forte e loro due possono diventare la coppia centrale del futuro della Juve”. Poi un aneddoto del passato: “Se perdevi due o tre partitelle, Davids non ti parlava per un mese. Le emozioni più grandi che ho vissuto sono stati gli scudetti, le delusioni per le Champions perse e le persone che ho incontrato. La Champions con il Real Madrid soprattutto è quella che brucia di più, insieme a quella contro il Borussia Dortmund”.
L’ex centrale avrebbe piacere nell’allenare il club bianconero, ma al momento è un’ipotesi molto lontana: “Un giorno allenare la Juve? Ogni ex lo sogna, ma è un sogno molto lontano. Sono pochi gli ex che ci sono riusciti, ma chiaro che mi piacerebbe. Ci vuole anche fortuna. Ci sono state squadre che hanno vinto la Champions senza meritarlo. Nella finale con il Barcellona la Juve ha dominato per mezzora ma non ha segnato e poi ti fanno gol alla prima azione. La presenza di Chiellini manca, soprattutto per gli avversari che lo rispettano e che sanno che con Giorgio in campo sarà guerra fino al 90’. La Juve ha due difensori che faranno la storia e due che l’hanno già fatta. Mi rivedo in Chiellini perché è mancino come me”.
Montero avrebbe anche voluto confrontarsi con un campione come CR7, per provare a marcarlo: “Il più forte di tutti quelli che ho visto è Maradona. Mi sarebbe piaciuto giocare contro Cristiano Ronaldo: è sempre meglio affrontare i più forti per migliorare. Come lo marcherei? È forte fisicamente, veloce, devi farti aiutare dai compagni per non rimanere nell’uno contro uno. Devi giocartela sul fuorigioco e non lo devi far girare. Se Ronaldo leva libertà in campo agli altri? Dipende anche dalla personalità dei suoi compagni, se sono disposti a farsi da parte e a vivere in ombra. Ci sono architetti e operai nel calcio, io sono operaio e non potevo diventare architetto. Per me Ronaldo non toglie niente a nessuno. Ronaldo il Fenomeno invece è stato il più forte che ho dovuto marcare”.