21 aprile 2013, Djokovic interrompe l’egemonia di Nadal nel Principato. Una data storica, che in qualche modo consacra il serbo anche sulla terra rossa, pregustando anni di dominio da parte del serbo. Nole gioca una finale perfetta, ottiene due break nel primo set e domina il tie-break del secondo lasciandosi andare ad un urlo liberatorio che sa di impresa. E di impresa è giusto parlare, per rendersene conto basta raccogliere un paio di statistiche del maiorchino nel “Mille” di Montecarlo, vinto l’anno scorso da Fognini e quest’anno battuto dal coronavirus.
Nadal arriva alla finale del 2013 da grande favorito, come è accaduto nelle otto finali a cui ha preso parte dal lontano 2005, anno in cui trionfa sul campione uscente Guillermo Coria. Poi di seguito, i successi su Roger Federer (dal 2006 al 2008), su Djokovic (nel 2009 e nel 2012) e sui connazionali Verdasco e Ferrer nel 2010 e nel 2011. Uno strapotere che vede Rafa prendersi una pausa dal 2013 al 2015 prima di inanellare altri tre successi di fila. La storia di Nadal a Montecarlo, dove è arrivato a 11 titoli, rappresenta uno dei primati più significativi della storia del tennis. Parliamo del Principato, ma i numeri dello spagnolo sul rosso non fanno altro che confermare dei numeri alieni in un torneo a lui da sempre congeniale.
Che dire di Djokovic? Sulla terra di Monaco il serbo si prende l’ultimo Masters 1000 su terra ancora assente nella sua infinita bacheca. La rivalità con Nadal proseguirà negli anni successivi con il nativo di Belgrado avanti 29-26 nei precedenti, cui si contano 8 finali del Grande Slam (4-4 il bilancio) e 13 finali Masters 1000 (Djokovic avanti 7-6).
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