Amarcord

L’angolo del ricordo: Milan, la notte maledetta di La Coruña

Estadio De Riazor, Deportivo La Coruna - Foto Alberto Galica via CC 3.0

7 aprile 2004, sembra passata un’eternità e invece sono solo, si fa per dire, sedici anni. Il Milan campione in carica veniva estromesso dalla Champions League nel modo più atroce, con una clamorosa sconfitta all’Estadio De Riazor in casa del Deportivo La Coruva che, va detto, all’epoca era una tra le squadre spagnole più forti. Il poker subito dai rossoneri in Galizia, però, fu troppo segnante nella mente dei tifosi: un vero e proprio disastro in una stagione comunque positiva nella quale arrivò il primo e unico scudetto dell’era Ancelotti.

POKER ANCHE ALL’ANDATA – Giocare il ritorno in trasferta, si sa, è sempre scomodo nelle competizioni europee, soprattutto nei primi anni ’00, in cui la differenza di rendimento tra casa e trasferta era più netta rispetto ai giorni nostri. Al momento del sorteggio il Milan non aveva visto di buon occhio il fatto di dover ospitare l’andata per poi volare in terra spagnola, ma il primo dei due atti fu un successo trionfante che sembrava aver messo da parte qualsiasi dubbio. E’ fine marzo, i rossoneri possono permettersi di concentrarsi maggiormente sulla Champions, visto che in campionato le cose vanno a gonfie vele. Il 24 del mese arriva il grande giorno dell’andata e al fischio finale San Siro può esultare per un risultato roboante, un netto 4-1 che lascia davvero poche chance al Depor. E dire che gli ospiti, che negli ottavi avevano già giustiziato un’altra italiana, nonché finalista uscente, stiamo parlando della Juventus, erano passati in vantaggio con il colpo di testa di Pandiani su cross di Capdevila. Poco male, perché le stelle rossonere si accendono una volta subito lo schiaffo e sono dolori per gli spagnoli: dopo una serie di occasioni sprecate arriva un super gol di un ancora del tutto da scoprire Ricardo Kakà, che aggancia un gran pallone e lo scaraventa all’angolino, quindi nel secondo tempo l’orchestra di Ancelotti suona la musica giusta, il trillo del Diavolo di tartiniana memoria che frutta il ribaltone firmato da Shevchenko, il tris ancora una volta di Kakà e il definitivo 4-1, quando ancora mancavano diversi minuti al termine, con la più classica delle maledette di Pirlo che piega le mani a un pur bravo Molina. Un risultato netto, fuori discussione. E’ fatta, o quasi.

BATOSTA IN RIVA ALL’OCEANO – Quasi, perché il 7 aprile 2004 si consuma un vero e proprio dramma sportivo. Il Milan vola in riva all’oceano, all’Estadio De Riazor dove lo attende il sold out e i tifosi spagnoli desiderosi di compiere l’impresa eliminando anche la squadra che detiene il titolo. Pronti via e il Depor si portò subito in vantaggio con il solito Pandiani che si era fatto beffe di Maldini, poi l’episodio che fa girare il match. Dida, che si era appena fatto male a un dito, calcola male il tempo di un’uscita e viene beffato da Valeron che punisce una clamorosa uscita del portiere brasiliano, che invece non può nulla sulla botta terrificante di Luque all’angolino. Non è nemmeno finito il primo tempo, è già 3-0: tre schiaffoni per i rossoneri in quel momento fuori dalla coppa.

NESSUNA REAZIONE – C’è però tutta una ripresa da giocare e tutto sommato basta un solo gol per sistemare le cose: Maldini suona la carica in huddle all’intervallo, il Milan sembra rientrare in campo con maggior convinzione e prova a costruire palle gol. Il problema è che i padroni di casa in quella maledetta sera sembrano davvero devastanti: corrono come degli assatanati, posseduti per una notte dal dio del pallone che aveva deciso di voltare le spalle alla squadra più forte, incapace di mettere in atto il proprio gioco, come appena due settimane prima contro gli stessi avversari, o nel corso di un’intera stagione poi chiusa a quota 82 in campionato con il titolo in tasca. Il tempo passa, Sheva e Kaka hanno le polveri bagnate, Inzaghi si danna ma non trova lo specchio: e così c’è tempo per il poker di Fran con deviazione di Cafu. Ancora sfortuna, ma non solo: c’è anche del merito da parte dei galiziani e un enorme mea culpa rossonero.

SEDICI ANNI DOPO – Con il 4-1 sarebbero stati supplementari, ma resta lo zero alla voce reti segnate da parte degli ospiti, protagonisti di un enorme fracaso nella terra di chi usa questa parola per descrivere un tonfo sportivo di proporzioni bibliche. Il Depor non riuscì ad approdare in finale, fermandosi in semifinale sconfitto dal Porto di Mourinho che avrebbe poi alzato al cielo la coppa dalle grandi orecchie. Come detto, quell’anno il Milan vinse comunque il campionato: c’è chi dice che il ko di La Coruña rovinò parzialmente il sapore del successo in patria, chi piuttosto ritiene che proprio la vittoria della Serie A rese meno amara quella serata da horror. Probabilmente, la verità sta nel mezzo, e sedici anni dopo si è passati dai quarti di Champions a… ben altro. Il Milan non gioca in Champions da più di un lustro e si trovava a metà classifica prima della sospensione, il Deportivo addirittura è nei bassifondi della seconda divisione spagnola. Entrambe, però, sperano di ritornare grandi: entrambe in questo periodo storico farebbero carte false per giocare un quarto di finale in Europa e, perché no, perderlo.

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