La Serie A vuole ripartire il prima possibile, ma per farlo bisogna studiare la giusta soluzione e, soprattutto, deve arrivare l’ok degli esperti e del governo. I calciatori sono più o meno tutti concordi sul riprendere la stagione soltanto nel massimo della sicurezza, senza rischiare di affrettare i tempi, opinione riassunta anche nelle parole del trequartista della Roma Javier Pastore: “Non è ancora stato deciso nulla, probabilmente resteremo in questa situazione per altre due settimane, ma poi vedremo come si evolverà la situazione. Il calcio per me è fondamentale da quando avevo cinque anni, ma non ho intenzione di rischiare la mia vita per giocare”.
Il Flaco, intervistato dalla radio argentina Showsport La Red, è consapevole che la pandemia di Covid-19 cambierà totalmente la vita delle persone e che ci vorrà del tempo prima di tornare alla normalità: “La nostra vita non sarà più quella di prima, cambieranno molte cose. Anche quando potremo tornare a uscire di casa, non so tra quanto, non potremo fare le stesse cose di prima. Sicuramente si giocherà inizialmente a porte chiuse, se Dio vuole potremo riprendere tra due mesi ma ad esempio in Cina sono in quarantena da tre mesi e ancora non sono tornati a giocare…”.
L’ex giocatore del Palermo si è detto pienamente favorevole al taglio degli stipendi, date le difficoltà economiche a cui andranno incontro tutte le società sportive: “Siamo in contatto con i dirigenti della Roma e con l’assocalciatori per capire l’evoluzione della situazione. Secondo me è normale che i club non ci paghino se non gli facciamo guadagnare soldi, come in questo momento”.