Fermare il calcio. La tifoseria organizzata della Spal scrive ai vertici del calcio e chiede di non riaprire il campionato, sospeso per l’emergenza coronavirus. “Mentre scriviamo queste righe i convogli militari attraversano le strade della nostra città e della nostra provincia – è il testo della lettera della Curva Ovest – Trasportano salme provenienti da Bergamo e destinate ai nostri servizi cimiteriali comunali. Mentre scriviamo, lo scenario in tutta Italia è quello ormai tristemente noto, non è necessario che noi lo si descriva, coinvolge ospedali, aziende e milioni di persone, soprattutto le fasce più deboli della popolazione”.
“Con queste premesse crediamo non sia minimamente pensabile riaprire i campionati – si legge – Il calcio è della gente, ed è giusto che il calcio ne rispetti i problemi, ne rispetti il lutto, rispetti un lasso di tempo minimo in cui fare silenzio, che non potrebbe di certo essere quello simbolico e ipocrita del minuto ad inizio partita, ma un tempo più lungo e giusto, a misura d’uomo. Il calcio è un mondo ricco, troppo ricco, eccessivamente ricco”.
Poi l’ultimo appello: “A noi non interessano le decisioni che verranno prese in merito alla classifica, non interessa la categoria in cui militeremo l’anno prossimo, non interessa il risultato. A noi interessa che la nostra maglia venga onorata sul campo. Rivederla sui rettangoli di gioco fra un mese non farebbe di certo risplendere i suoi colori, anzi, la vedrebbe ricoperta d’onta. E questa è una vergogna che noi non vogliamo vivere e di cui non vogliamo essere complici. Ci si fermi“.