Federica Pellegrini è un’atleta infinita, proprio per la sua incredibile longevità agonistica che le ha permesso di vincere medaglie per oltre 15 anni, sperando che le soddisfazioni possano arrivare anche alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Impossibile spiegare tutta la sua carriera in un solo articolo, più facile raccontare un evento in particolare. Ma quale scegliere tra le tante gare memorabili della Divina del nuoto? Gli spunti sono molti, ma è bene ricordare anche da dove tutto ebbe inizio: Olimpiadi di Atene 2004. Per la verità, Federica aveva attirato l’attenzione degli appassionati già prima. Non potrebbe essere altrimenti quando una ragazza di appena 12 anni si presenta ai Campionati Italiani Assoluti e riesce a salire sul terzo gradino del podio nei 200 stile libero. L’esordio in una grande competizione internazionale arrivò come staffettista ai Mondiali di Barcellona 2003, dove nonostante la febbre, Fede scese in acqua facendo segnare un buon 55″60 nelle eliminatorie dei 100 stile.
Nei 100 stile, perché la Pellegrini delle origini era più velocista. Infatti, l’anno successivo, ottenne la qualificazione olimpica diretta proprio nelle due vasche. La Federazione Italiana però si accorse dei notevoli miglioramenti di Federica nei 200 stile libero e per questo venne convocata grazie ad una wild card anche nella doppia distanza. Federica Pellegrini si presenta dunque alle Olimpiadi di Atene 2004, all’esordio in una rassegna a cinque cerchi. Prima della partenza venne intervistata in quanto atleta più giovane dell’intera spedizione italiana e alla classica domanda su quali fossero i suoi obiettivi, lei rispose: “Solo io e il mio allenatore sappiamo cosa posso fare“. Infatti nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo qualche giorno più tardi. La prima gara a cui partecipò furono i 100 stile libero, dove non andò oltre le semifinali. Si trattava di un ottimo risultato, non si chiedeva di più ad una ragazza appena 16enne alla prima esperienza olimpica.
Eppure, come a posteriori abbiamo imparato, Federica Pellegrini ama sorprendere. Eccola dunque presentarsi sul blocchetto dei 200 stile libero. In semifinale fu chiaro a tutti che la veneta non era andata in Grecia solo per fare esperienza: il cronometro si fermò sul tempo di 1’58″02, nuovo primato italiano nonché miglior tempo di accesso in finale. Ovviamente le aspettative crebbero, ma gli appassionati sanno bene che la pressione può giocare brutti scherzi anche ad atleti ben più esperti. In ogni caso, i conti si fanno alla fine, prima c’era una finale da nuotare. Federica partì in sordina, passando in testa alla virata dei 150 metri. Nell’ultima vasca, respirando a destra, non poteva vedere che qualche corsia più in là, la più esperta Camelia Potec la stava raggiungendo. Il risultato finale sa di beffa: la romena vinse per soli 19 centesimi. Pellegrini non riuscì a ripetere il tempo fatto in semifinale e con 1’58″22 si fermò all’argento. Quella medaglia fu in ogni caso un risultato storico: eguagliata Novella Calligaris per il miglior piazzamento olimpico di una donna italiana del nuoto e, con i suoi 16 anni e 12 giorni, atleta azzurra più giovane a vincere una medaglia a cinque cerchi individuale. Già allora Federica Pellegrini amava i primati e quanti ce ne sarebbero stati in futuro. All’epoca nessuno poteva immaginarlo, ma quella era solo la prima gemma di una carriera incredibile, infinita, leggendaria, semplicemente Divina.