Ne ha passate tante il povero Andy su un campo di tennis contro Roger Federer. Sia chiaro, avere un computo altamente negativo negli H2H non è una cosa così inusuale per i tennisti dell’ultimo ventennio ma, in fondo, la naturale simpatia suscitata da Roddick faceva sempre sperare in una gioia estemporanea, ampiamente meritata alla luce della sua carriera. Di sicuro lo statunitense si sarebbe ritrovato almeno qualche trofeo di Wimbledon in più a far compagnia all’unico Slam conquistato agli Us Open. Ma ogni batosta inferta dal suo incubo tennistico assumeva contorni sempre più pesanti rispetto alla precedente.
Nel Masters 1000 di Miami del 2012 A-Rod fa il suo ingresso in campo con un eloquente 2-15 nel record contro lo svizzero, è ormai fuori dal giro dei piani alti e l’ultimo treno sembra ormai passato da tre anni con la finale dei Championships persa per 16-14 al quinto proprio contro Federer. Da allora, il nome di Roddick è sempre stato seguito almeno da una frase comprendente le parole “volèe di rovescio” tanto che ripeterne il motivo ci sembra superfluo. I due, prima di incrociare la racchetta in Florida, si erano sfidati per due volte sul veloce di Basilea ed erano stati appena undici – in due partite – i game raccolti da Roddick.
Il pronostico vede Federer, ovviamente, stra-favorito. La sessione serale, il campo centrale e il pubblico americano al fianco di Andy regalano una cornice di tutto rispetto all’ex numero 1 al mondo che ingaggia subito la lotta e non si tira indietro. Roger va liscio alla battuta, Roddick annulla qualche palle break e non trema pur presentandosi al servizio sotto per 5-4 e 6-5, impattando al tie-break. Nessun punto in risposta sino al 4-3, poi lo statunitense approfitta di uno smash non chiuso da parte di Roger e passa col dritto: è un primo sassolino tolto dalla scarpa, seppur non minimamente paragonabile al celebre controsmash del rivale di dieci anni prima. Il minibreak spalanca la strada all’underdog verso il 7-4 ma il secondo parziale sembra ristabilire immediatamente le gerarchie. Federer allunga la contesa al terzo con un netto 6-1 in meno di mezz’ora.
“Ci risiamo”, il pensiero più ricorrente nella mente di chi troppe volte ha visto Andy sciogliersi come neve al sole. Messo subito spalle al muro nel secondo game, però, trova la forza per uscire dal bunker: palla break Federer per scappare anche nel terzo, Roddick attacca ma viene ricacciato indietro sul lob difensivo. Ha il tempo di scostare la maglietta dalla clavicola, controllare il rimbalzo e indovinare un complicatissimo smash da fondo campo, apripista verso l’1-1. Ed è qui, in tre minuti di onnipotenza (video in basso), che il tennista a stelle strisce fa scontare a Roger gli incubi passati: quattro dritti vincenti, Federer che perde addirittura la pazienza e incassa persino qualche ‘buu’ dal pubblico mentre si avvicina al giudice di sedia. A-Rod decide di concentrarsi esclusivamente sui propri turni di servizio in una serata magica giocata con oltre il 70% di prime in campo e ha ragione: sul 5-4 40-30 non sembra quasi vero quando Federer si risponde sulla scarpa sull’ennesima spallata alla battuta dell’avversario. Roddick ce l’ha fatta e, curiosamente, chiuderà la propria carriera (qualche mese più tardi) con il ricordo gratificante di una vittoria nell’ultima sfida contro la sua nemesi.
https://www.youtube.com/watch?v=2lsZ_t4OR_M