Da Miami 2007 a Cincinnati 2018. Il cammino di Novak Djokovic nei Masters 1000 inizia e finisce dai due appuntamenti americani outdoor. A due giorni dal virtuale inizio del Miami Open 2020, andiamo a ripercorrere i titoli del serbo, ognuno sintomo di uno step ulteriore. Dalle finali contro pronostico (poche) a quelle più recenti in cui difficilmente si sarebbe potuto pensare ad un epilogo differente.
Cominciamo da dove tutto è partito, approfittandone per fare un parallelismo con il calendario attuale, che per forza di cose non stiamo vivendo e a cui – per una buona parte di tornei – abbiamo dato appuntamento al prossimo anno. Nemmeno ventenne, Nole si affaccia alla seconda finale Mille consecutiva dopo aver perso contro Rafael Nadal a Indian Wells: correva l’anno 2004 e proprio a Miami iniziano ad intraversi le sembianze da alieno. Un solo game lasciato a Murray in semifinale e nove a Canas per il primo dei trentaquattro Masters 1000 della carriera.
Sempre di Nord America parliamo se pensiamo al secondo titolo: Roddick, Federer e Nadal gli avversari battuti ai quarti, in semifinale e in finale a Montreal 2007. Sul cemento Djokovic si trova clamorosamente a suo agio, in particolar modo negli Usa dove a distanza di un anno dalla finale persa, si impone in rimonta su Mardy Fish per aggiudicarsi il suo terzo Masters Series a Indian Wells 2008. Il primo sigillo su terra avviene a Roma 2008 contro Wawrinka: il feeling di Nole con l’Italia non è mai passato inosservato. Agli Internazionali conquisterà altri tre trofei nonostante il dominio di Nadal.
Nel 2009, anno dell’effettivo cambio di nome da Masters Series a Masters 1000, a Parigi-Bercy sconfigge il padrone di casa Gael Monfils. In un avvio di 2011 stellare Djokovic si prende Madrid, vincendo tutto quello che si può vincere sino al Roland Garros. Nel 2012 è il turno di Shanghai in finale contro Murray, mentre nel 2013 si aggiudica uno dei pochi titoli a Montecarlo lasciati incustoditi da Rafa. Ed eccoci a Cincinnati, ben cinque anni dopo: nel 2018, dopo essersi arreso all’ultimo atto per ben cinque volte, alza al cielo per la prima volta il Western & Southern Open con un duplice 6-4 su Roger Federer. Il quadro è completo, la leggenda di Belgrado fa nove su nove.