Riccardo Sbertoli, palleggiatore dell’Allianz Powervolley Milano, racconta come sta vivendo la quarantena preventiva imposta al club meneghino a partire dallo scorso 11 marzo. “Meglio un mese di collegiale che uno di quarantena” ha dichiarato a Il Giorno. Ma atleti e staff rimangono in contatto con videochiamate e chat: “Riuscire a sentirsi sempre non è cosa scontata. Noi lo facciamo, tutti assieme. Abbiamo due gruppi Whatsapp. Uno con lo staff, l’altro solo noi atleti. È quello che ci serve per scherzare tra di noi. Rimaniamo sempre in contatto, stiamo sviluppando molto le chiamate video con le classiche piattaforme, un giorno abbiamo anche inscenato una sorta di aperitivo web” spiega il giovane regista. “Per un attimo pensi essere tutti insieme, ti alleggerisce la giornata” dice Sbertoli, che rivela qualche aneddoto sui suoi compagni di squadra: “Quello che fa più scherzi è Clevenot, ma gli voglio un gran bene lo stesso. Il più riservato invece è Pesaresi, ma in senso buono. Parla quando c’è da parlare. È di compagnia sicuramente, però dice quello che deve dire e quando lo deve dire. A me piacciono le persone così, per questo ci vado d’accordo”
I toni dell’intervista poi si fanno più seri: “Non è per niente facile, ma dopo un primo periodo molto tosto, perché non sei proprio abituato a non poter nemmeno uscire per andare a fare due passi, ti abitui. Come passo le mie giornate? Al mattino studio, al pomeriggio faccio esercizi per tenermi in forma. E la sera mi sguardo un film con la mia famiglia. Non vedo la mia fidanzata da tre settimane ormai, mi manca come mi mancano altre cose: il non vedere gli amici, lo svagarsi, uscire e molto altro“. Difficile anche mantenere alta la tensione agonistica, perché “la testa automaticamente è impegnata da altro, è inevitabile. La gente pensa prima alla salute sua e dei propri cari, è difficile in questo momento pensare allo sport“. “Non sapendo oltretutto se e quando riprenderà il campionato, è difficile mantenere la testa su quello. Chiaramente mi auguro che il campionato riprenda, ma non ci credo molto” aggiunge Sbertoli.
La città di Milano è ormai deserta, viste le misure ancor più restrittive appena introdotte: “Io abito in città in un interno dove basta uscire sul barcone per sentire un sacco di rumori. Adesso c’è un silenzio che fa quasi paura, spettrale. Fino a prima che ci mettessero in quarantena, uscivi alle 8 di mattina e le strade erano deserte. Sento che c’è un sacco di gente che non rispetta i divieti e questo è un peccato, perché ritardano la risoluzione del tutto. Però dall’altra parte si vede una città deserta. E noi a Milano non siamo mai stati abituati al silenzio, anzi. Scappiamo spesso in montagna nel weekend per cercarlo“. Il giovane palleggiatore meneghino sfrutta il tempo libero per giocare ai videogiochi e guardare serie tv, come molti cittadini: “Sto aspettando “La casa di carta”, che esce il 3 aprile. Intanto ho rivisto “Narcos Colombia” e ora mi guardo quello ambientato in Messico. E poi “How I met your mother”, “Elite” e il “Trono di Spade”. Ho fatto incetta”.