A cura di Valerio Carriero e del direttore Alessandro Nizegorodcew, in smart working
Nel Fanta Indian Wells 2020 scendono in campo i carichi da novanta e non si scherza più. Esordio comodo per Novak Djokovic, 6-1 6-1 contro il qualificato Gregoire Barrere, che sfiora addirittura una percentuale di voti vicina alla doppia cifra e potrebbe essere incoraggiato a correre per un posto nel Parlamento francese alla luce di cotanta stima nei suoi confronti. Mette le cose in chiaro anche il campione in carica Dominic Thiem, leggermente infastidito dal dover difendere il titolo e sudarsi nuovamente quei 1000 punti nel ranking sbottando a fine partita: “Ma Mosciatti non aveva niente da fare? Tipo riguardarsi i gol di Zarate non andava bene?“. A farne le spese è stato comunque il povero Norrie che, asfaltato per 6-0 6-1, già da metà primo set è sembrato più concentrato sulla terza stagione di Elite che sul tentativo di rimonta.
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Nota dolente il capitolo italiani, nonostante sfide decisamente difficili e molte delle quali contro pronostico. Chi non delude, seppur al rientro, è Matteo Berrettini (6-0 6-0) che non perde neppure un punto al servizio contro Delbonis, il quale nel frattempo deve ancora terminare l’apertura di dritto. Bandiere a mezz’asta per l’eliminazione di un generosissimo Jannik Sinner, che va vicino alla seconda vittoria nel giro di poche settimane su David Goffin, sfuggita di un soffio per inesperienza al tie-break (e di un nostro maledetto algoritmo svelato solamente al termine del torneo, che potrebbe rivelarsi addirittura più fallace di quello di Caressa). Out anche gli altri tre azzurri impegnati, seppur con onore: Stefano Travaglia cede a Stefanos Tsitsipas sfogando la sua frustrazione contro il pubblico (“Lo votate solo perché ha più S di me e fa figo“), mentre Andreas Seppi dà un set di vantaggio a Shapovalov per sfizio ma questa volta non riesce a riprenderlo (6-4 7-6). Fuori a testa alta Salvo Caruso, piegato solamente al terzo (6-4 6-7 6-3) da Taylor Fritz: “Non c’è niente da fare, io prenoto il campo per tre ore pure nei tornei inventati – ha dichiarato ai microfoni del direttore Nizegorodcew a caldo – ho provato a girarla nel secondo set ma bravo lui, la prossima volta datemi più fiducia“, ha concluso con un appello ai nostri lettori.
Ha preso forse troppo alla lettera il Fanta Indian Wells. Il britannico Daniel Evans, che al termine del primo set vinto su Tommy Paul (battuto 6-4 7-5) si è fatto portare dal raccattapalle, ovviamente munito di guanti, una Guinness alla spina. “La pancia da birra? Utile per l’equilibrio nell’esecuzione del mio rovescio slice”. Game perfetto, alla sua maniera, per Benoit Paire. Il francese ha infatti chiuso l’ultimo turno di servizio con quattro vincenti in tweener consecutivi. “Mortacci sua, je vojo menà”, è stato il commento di Pablito Andujar (ko 6-3 6-0) durante la conferenza stampa in valenciano stretto. Saltano anche le prime teste di serie, quelle imprescindibili di Garin (che sperava di giocarsela sulla sabbia del deserto invece che sul cemento) e di uno Basilashvili in giornata ‘se valessero i corridoi sarei imbattibile’, rispettivamente eliminati da Kecmanovic e Fucsovics.