Prima del 21 marzo del 2004 mai il Derby di Roma era stato sospeso o rinviato per fatti di cronaca. Nemmeno un omicidio (Paparelli) ebbe il potere di fermare il calcio all’ombra del Colosseo. Piuttosto lo fecero situazioni esterne o quasi alla volontà dell’uomo: una nevicata (11 marzo 1956) o un guasto al sistema elettrico dello stadio (7 settembre 1969). Il 21 marzo del 2004, il derby numero 138 della storia si ferma al 3′ della ripresa e viene interrotto definitivamente dopo circa venticinque minuti di stop dall’arbitro Rosetti. Nel mezzo la violenza sugli spalti, i colloqui telefonici e non tra giocatori, autorità, arbitri e dirigenti e soprattutto le voci incontrollate sulla morte di un bambino al di fuori dello stadio, investito da una macchina della polizia. Poco importa che la questura abbia smentito più di cinque volte la ricostruzione dei tifosi agli altoparlanti. La voce si sparge a macchia d’olio, in ogni settore, in campo e a casa dove migliaia di famiglie chiamano preoccupate i parenti col terrore che quel bambino in realtà mai esistito sia un figlio, un nipote, un conoscente. Persino i calciatori sembrano poco convinti dalle smentite: “Ma rischiamo di fare una figura di m****“, urla Cassano a qualcuno come a dire: “E se poi è vero?“.
Non era vero. Ma in quel contesto surreale le comunicazioni ufficiali della Questura sembrano valere meno di zero per tutti i presenti. All’Olimpico gli ultras fanno il loro ingresso in campo, trattano con i calciatori e alla fine i giocatori della Roma si dirigono dall’arbitro Rosetti in veste di ambasciatori per portare al tavolo delle trattative la posizione dei tifosi, la più pesante, quella alla fine decisiva: “Non si deve giocare, tornate negli spogliatoi“. E così sarà: derby sospeso e rinviato su input delle autorità calcistiche. Le immagini torneranno di moda undici anni dopo in occasione della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina con i calciatori partenopei a colloquio con gli ultras dopo il ferimento poi fatale di Ciro Esposito. In quell’occasione il morto ci fu davvero ma il pallone non smise di rotolare. Lazio-Roma con i giallorossi in lotta per lo Scudetto e i biancocelesti per l’Europa venne recuperata il 21 aprile del 2004. Nel giorno del Natale di Roma le due squadre tornano in campo in quella che è stata definita “Partita della pace” in contrapposizione al “Derby del bambino morto” di un mese prima esatto. Ad andare in gol sono Corradi e Totti: il primo mostra la sua maglia in modo irriverente ai tifosi dopo il gol, il secondo fa la stessa cosa ma con una telecamera in un gesto passato alla storia. La violenza lascia il posto alla goliardia. Quel che ci piace del Derby di Roma.