Il Setterosa di Pierluigi Formiconi può essere in un certo senso paragonato alla Generazione dei Fenomeni di Julio Velasco. Entrambe le squadre hanno infatti dominato la scena internazionale per un decennio, ma vi è una differenza sostanziale: la Nazionale femminile di pallanuoto è riuscita a conquistare quell’oro olimpico che tutt’ora rimane tabù per il volley. Formiconi ha guidato il gruppo composto da Tania Di Mario, Martina Miceli, Maddalena Musumeci, Carmela Allucci, Francesca Cristiana Conti, Elena Gigli, Giusy Malato, Silvia Bosurgi, Melania Grego, Cinzia Ragusa, Alexandra Araujo, Manuela Zanchi e Noemi Toth alla conquista di 15 medaglie, tra cui spiccano 4 ori europei (Vienna 1995, Siviglia 1997, Prato 1999, Lubiana 2003) e due titoli iridati (Perth 1998 e Fukuoka 2001). La azzurre si presentarono ai Giochi Olimpici di Atene 2004 da campionesse europee in carica e vicecampionesse del mondo, con tanta fame di vendetta per la mancata qualificazione a Sydney 2000, edizione che segnò l’esordio della pallanuoto femminile nel programma olimpico.
L’avventura a cinque cerchi dell’Italia non iniziò nel migliore dei modi: nel primo match le azzurre vennero superate per 6-5 dall’Australia, campionessa olimpica in carica. Pronto riscatto della Nazionale di Formiconi nella seconda partita, dove si imposero con un netto 7-2 sulla Grecia, per poi chiudere in bellezza la fase a gironi sconfiggendo il Kazakistan con il punteggio di 8-6. Ma la vera magia ci fu nella seconda fase. Il Setterosa fu costretto a partire dai quarti di finale in virtù del secondo posto del proprio girone; lì incontrò l’Ungheria in un match molto combattuto, ma nell’ultimo quarto le azzurre non subirono nemmeno un gol e nei minuti finali piazzarono l’allungo decisivo per assicurarsi la vittoria (8-5). In semifinale va in scena il remake dell’ultima finale iridata: Italia-Stati Uniti. Ancora una volta le azzurre si trovarono ad inseguire, sotto di due gol dopo tre quarti, nell’ultimo recuperarono grazie ad un parziale di 4-1 che consentì loro di chiudere il match 6-5: vendetta servita alle statunitensi.
In finale le azzurre incontrarono nuovamente la Grecia, che però si dimostrò molto più solida rispetto alla fase a gironi. I tempi regolamentari non bastarono e si andò ai supplementari sul sette pari. Le elleniche passarono subito in vantaggio, ma le azzurre riuscirono a pareggiare nuovamente grazie ai gol di Grego e Di Mario. Il secondo extra-time riprese dal punteggio di 9-9, ma ci pensò la rete di Melania Grego a spezzare l’equilibrio. Le greche tentarono la rimonta, ma le azzurre lottarono su ogni pallone difendendo quel preziosissimo gol di vantaggio fino allo scadere del tempo: il Setterosa divenne così campione olimpico. L’unico tassello mancante nel mosaico dei titoli si riempì con la medaglia d’oro più ambita, quella a cinque cerchi. Quell’oro fu l’ultima gemma di Pierluigi Formiconi, che lasciò la panchina azzurra dopo l’impresa di Atene 2004: la migliore chiusura per un decennio di successi.