Nonostante il continuo ottimismo dal Giappone e dal CIO, giorno dopo giorno l’emergenza Coronavirus sta mettendo sempre più a rischio lo svolgimento delle Olimpiadi di Tokyo 2020 in programma tra luglio e agosto nella capitale nipponica. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, il presidente del CIO Thomas Bach e il comitato organizzatore giapponese stanno lavorando da giorni a tutte le ipotesi sul tavolo per un eventuale rinvio dei Giochi. Una possibilità che non sarebbe in alcun caso indolore, ma alcune opzioni sembrano più percorribili di altre.
In ordine temporale, la prima ipotesi potrebbe essere quella di uno slittamento al periodo autunnale. C’è un precedente: le Olimpiadi di Tokyo 1964 si svolsero infatti dal 10 al 24 ottobre. I tempi però sono cambiati e la strada sembra essere piena di insidie: alcune discipline sarebbero in seria difficoltà (il basket NBA e tutti gli sport negli Stati Uniti, con tutti gli interessi dei network televisivi), senza contare il fatto che in quel periodo Tokyo prevede tantissimi eventi di primo piano come il Festival del Cinema, il Motor Show e il Nippon Festival. Tutte rassegne che portano nell’area metropolitana della città introiti e soprattutto svariate migliaia di persone ogni giorno. Sembra quindi quasi impossibile una collocazione di questo tipo.
In un primo momento tutti i media hanno parlato di un rinvio di un anno esatto, nell’estate del 2021. In questo caso il problema è prettamente sportivo e di conseguenza anche economico. L’anno prossimo sono previsti diversi Campionati Mondiali: su tutti quelli di atletica a Eugene dal 6 al 15 agosto, e quelli di nuoto a Fukuoka dal 16 luglio al 1° agosto. Sono eventi programmati da anni, con investimenti milionari alle spalle che anche per le Olimpiadi sarebbero difficili da spostare.
L’ipotesi più percorribile sembra quindi essere quella del 2022. Si tornerebbe per una volta ai primi anni ’90, quando ancora Olimpiadi invernali ed estive si svolgevano nello stesso anno (ultima volta nel 1992 con Albertville e Barcellona). L’alternanza biennale vede ideata per non sovrapporsi a livello di sponsor, ma a mali estremi estremi rimedi. Da un punto di vista del calendario i due Giochi non si darebbero grande fastidio: Pechino è in programma dal 4 al 20 febbraio, mentre Tokyo potrebbe rimanere come al momento dal 24 luglio al 9 agosto. Il grande vantaggio? La novità dei Mondiali di calcio in Qatar, che eccezionalmente si terranno dal 21 novembre al 18 dicembre. Un’occasione ghiotta quindi, con gli unici eventi “penalizzati” che sarebbero i Giochi del Commonwealth (Birmingham, 27 luglio-7 agosto) e gli Asian Games (Hangzhou, 10-25 settembre). Con due anni di tempo però si potrebbero trovare soluzioni in grado di accontentare bene o male tutti.
Il limite dell’opzione 2022? Un rinvio di due anni potrebbe essere una spada di Damocle sulle ambizioni di tutti quelli atleti “maturi” e nella fase finale della carriera, che aspettano Tokyo 2020 per un’ultima corsa alle medaglie olimpiche. Un conto è rinviare di un anno, ma in alcuni casi due anni potrebbero essere davvero troppi per sperare di rimanere competitivi. In casa Italia il pensiero corre subito a Federica Pellegrini, che ha già definito “una catastrofe” l’eventuale rinvio dei Giochi. Non resta che attendere la decisione finale, ma le prossime settimane si preannunciano davvero lunghe.