L’angolo del ricordo per il golf italiano si apre nel segno di Costantino Rocca, vero e proprio pioniere nel nostro paese nel far conoscere al pubblico questo sport. Oggi tutti plaudono alle imprese di Francesco Molinari e di molti altri giovani azzurri, ma lo stesso “Chicco” dopo la vittoria dell’Open Championship 2018 ha riconosciuto l’importanza di Costantino Rocca come figura ispiratrice nel suo percorso di crescita. Chi ha iniziato a seguire il golf negli ultimi anni forse non sa che proprio Rocca sfiorò la vittoria del primo Major da parte di un italiano, risultato storico arrivato poi con Molinari più di vent’anni dopo. Ma andiamo con ordine.
Domenica 23 luglio 1995, sul leggendario percorso scozzese dell’Old Course di Saint Andrews si disputa l’ultimo round del 124° Open Championship. Prima delle ultime 18 buche Rocca è secondo, a due colpi dal leader Michael Campbell. Si decide tutto nelle ultimissime buche: il leader in clubhouse è lo statunitense John Daly, che chiude con un totale di -6 e si porta al comando in attesa di capire se il punteggio sarà sufficiente per alzare al cielo la Claret Jug. Costantino Rocca si rende protagonista di un finale di giro davvero incredibile: alla buca 17, la famigerata “Road Hole” per la presenza di una piccola strada sul lato destro, Rocca finisce proprio sulla strada ma si rende protagonista di un recupero sensazionale salvando il par.
L’azzurro arriva così ad affrontare il par 4 della 18 dovendo fare birdie per agganciare Daly e andare al playoff. Dopo un ottimo primo colpo, Rocca “flappa” completamente l’approccio al green con la pallina che finisce in quella che è conosciuta in tutto il mondo come la “valle del peccato”. Un errore pesantissimo che sembra consegnare la vittoria a Daly, che infatti sorride inquadrato dalle telecamere. Ma Rocca si inventa il capolavoro, imbucando da oltre 20 metri un putt in estrema salita facendo esplodere anche il pubblico di Saint Andrews. Una scena davvero incredibile, con Costantino che rimane sdraiato a terra per diversi secondi nell’esultanza.
Si va così al playoff, che si disputa sulla distanza delle 4 buche e precisamente sulle buche 1, 2, 17 e 18. Daly parte forte e accumula due colpi di vantaggio dopo le prime due buche. A Rocca risulta però fatale la famigerata 17, che poco prima aveva dato il là all’impresa: l’azzurro finisce in una posizione impossibile nel celebre bunker a bordo green ed esce dalla sabbia al terzo tentativo, non riuscendo a fare meglio di un 7, che di fatto chiude i conti in favore di Daly che vince così il suo secondo major in carriera e il primo Open Championship.
A Rocca resta tanto amaro in bocca, ma raramente una sconfitta permette di entrare a tal punto nell’immaginario collettivo: il putt della 18 è ancora oggi un momento iconico nella storia dell’Open Championship e la carriera di Costantino rimane luminosa, con tre partecipazioni consecutive dal 1993 al 1997 alla Ryder Cup, con due edizioni vinte rispettivamente mettendo a segno una “buca in uno” e battendo Tiger Woods in un singolare (impresa riuscita poi solo a Jon Rahm nel 2018).