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Champions ed Europa League, si va verso lo stop. Ma è tardi

Quale sarà la percezione dell’Unione Europea finita l’emergenza coronavirus anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Christine Lagarde? E quale sarà quella sulla Uefa alla luce della decisione di non decidere in merito alla sospensione delle coppe europee dopo l’aumento dei contagi da Covid 19 in tutta Europa? Già perché l’organismo calcistico continentale ha deciso di rinviare a martedì 17 marzo la scelta da adottare per il calcio europeo: Champions League, Europa League e, soprattutto, Euro 2020. Tutto sarà deciso ad un meeting che vedrà coinvolti i rappresentanti delle 55 federazioni. Ma nel frattempo l’Europa League si gioca, tranne Siviglia-Roma e Inter-Getafe, sfide annullate più per questioni collaterali (blocco voli) al virus che per il virus stesso. E proprio due dei club interessati hanno alzato la voce: il Getafe ha minacciato di non presentarsi accettando lo scenario della sconfitta a tavolino, la Roma sembra in procinto di preparare una lettera per sollecitare la Uefa a sospendere le coppe europee. La Uefa prende tempo e viene superata in termini di prevenzione anche dalla Concacaf che ha immediatamente sospeso la Champions League nordamericana. La Uefa è alle strette e la giornata di ieri, tra la positività di Rugani e i bagni di folla dei tifosi del Psg all’esterno dello stadio (questa è responsabilità delle autorità francesi e non della Uefa), è stata probabilmente la più nera nel calcio europeo da quando è scoppiata l’emergenza. Ora altri cinque giorni di riflessione e di attesa. Ma la decisione della Uefa, stando alle ultime indiscrezioni, non dovrebbe riservare sorprese: si va verso lo stop e stagione slittata in estate. Poi si potrà solo sperare che l’emergenza rientri. E quello non dipenderà dal calcio.

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